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La Croazia trema: Modric sotto accusa

Avrebbe testimoniato il falso nel processo al suo ex agente Mamic

La Croazia trema: Modric sotto accusa

Togliere Luka Modric alla Croazia equivarrebbe a portar via Neymar al Brasile. Per talento e impatto generazionale, il centrocampista del Real Madrid - che ha vinto quattro Champions, tre Supercoppe Europee e altrettanti Mondiali per club con i Blancos - è il miglior giocatore prodotto dal calcio croato negli ultimi vent'anni.

Eppure esiste una possibilità che Modric, assieme al connazionale Dejan Lovren, venga escluso dalla nazionale per Russia 2018. Ci vorrebbe un giudice particolarmente temerario, visto che privare un paese del proprio idolo non è una decisione per animi pavidi. Modric infatti potrebbe essere processato per falsa testimonianza, reato per il quale la legge croata prevede almeno cinque anni di detenzione. Se ciò avvenisse, addio Mondiale.

Una beffa incredibile a pochi giorni dalla finale di Champions: avversari in campo, Modric e Lovren si ritrovano dalla stessa parte della barricata nelle aule di tribunale. Il tutto è iniziato con l'operazione Cashmachine, che ha scoperchiato uno dei più grandi casi di corruzione nella storia della Croazia.

L'epicentro del terremoto si chiama Zdravko Mamic, agente di calciatori nonché direttore esecutivo - dal 2003 al 2016 della Dinamo Zagabria. Durante questo periodo, il titolato e controverso (proprio per la dubbia natura di alcune vittorie) club croato ha venduto calciator per oltre 200 milioni di euro. Mamic è accusato di appropriazione indebita nella cessione di giocatori dalla Dinamo all'estero. Il colpo grosso fu proprio la cessione di Modric, ceduto nel 2008 al Tottenham per 21 milioni di euro. Secondo l'accusa, Modric avrebbe versato a Mamic diverse tranche una somma pari a 10.5 milioni di euro, ovvero la metà del costo dell'affare. Soldi che però avrebbero dovuto finire nelle casse della Dinamo Zagabria, non nelle tasche dell'ex boss del calcio croato.

Ma durante il processo a Osijek, Modric si è nascosto dietro una serie di non ricordo, con somma delusione dei tifosi (della Dinamo Zagabria in primis, da tempo schierati contro Mamic) e grande irritazione del procuratore. Del resto, in tempi non sospetti, Modric aveva definito Mamic «un secondo padre», perché fu lui a prelevarlo da ragazzino dal NK Zadar, dove aveva vissuto per sette anni da rifugiato in un albergo, per portarlo a Zagabria e introdurlo al professionismo. Anche Lovren (ceduto dalla Dinamo al Lione nel 2010 per 8 milioni), interrogato il giorno dopo, ha fatto scena muta. L'accusa di essere i bancomat di Mamic (così la definizione di un giornale che sta seguendo l'inchiesta) non è però caduta. Adesso Modric e Lovren rischiano di passare dal banco dei testimoni a quello degli imputati.

Con tanti saluti al campo da gioco.

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