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Dall'Argentina alla Champions è sempre Joya contro Pulce

Dybala: «Messi è talento puro, io 70% talento e 30 lavoro Juventino a vita? Nel calcio moderno mai fare promesse»

Dall'Argentina alla Champions è sempre Joya contro Pulce

Juventus contro Barcellona, Paulo Dybala contro Lionel Messi. Quarto atto. Una sfida e un duello che in questo 2017 sono diventati un classico: ad aprile ha messo in palio una semifinale; questa sera la qualificazione agli ottavi di finale. Ovviamente nel segno della Joya e della Pulce. Una doppietta del numero dieci bianconero nell'andata dei quarti sette mesi fa, una doppietta del numero dieci blaugrana nel primo atto di questo girone. Quando le parole di Dybala sul connazionale crearono qualche polemica in Argentina: «Difficile per me giocare con lui, partiamo dalla stessa posizione». La conseguenza zero minuti giocati nelle sfide decisive per il Mondiale. A corollario un presunto veto di Messi sull'arrivo in estate a Barcellona di Paulo.

E anche questa vigilia è stata agitata dalle parole di Dybala, stavolta a France Football: «Juventino a vita? Io non voglio fare promesse, dal momento che non dipende da me. Adesso non dico che è l'ultimo anno e me ne vado, penso al presente e a vincere tutto. Nel calcio moderno nessuno sa cosa accade in futuro, si sono avuti esempi clamorosi questa estate». La traduzione letterale, che però non ha impedito di gettare ombre ad arte sul futuro della Joya e sulla sua voglia di rimanere in bianconero.

A montare il caso anche i numeri e le panchine. Dybala ha ritrovato il gol, inutile, contro la Sampdoria; escluso anche contro la squadra di Giampaolo, come contro la Lazio, alla vigilia di una sfida Champions. E la Juve ha perso in entrambe le occasioni. Stasera quindi spazio dal primo minuto, conferma Allegri che aggiunge: «Tornerà a tirare anche i rigori». Mentre via Instagram Higuain, a corredo di una foto che lo ritrae proprio con il numero dieci, carica: «Noi siamo pronti, vi aspettiamo allo stadio». L'appuntamento per una partita da vincere, per non andare a giocarsi la qualificazione ad Atene, in una sfida che cade in mezzo a quelle di campionato tra Napoli e Inter. Una settimana terribile che sarebbe meglio risparmiarsi. Allegri non ne fa una questione di calendario e risponde indirettamente a Maurizio Sarri: «Si vuole la botte piena e la moglie ubriaca. Altrimenti uno allena una squadra che gioca ogni 15 giorni e può fare tutto quello che vuole». Il tecnico rispolvera il vecchio modulo ad albero di Natale e apre una parentesi sul campionato: «Per quanto fatto finora siamo da quarto posto».

E comunque lui vuole allenare ogni tre giorni anche a marzo, quindi «qualifichiamoci, e poi penseremo a farci trovare pronti». Consapevole della forza del Barcellona che rispetto ad aprile è una squadra «che ha più equilibrio, difende meglio e contro Messi, se non hai tutta la squadra che ti aiuta, è complicato. Quindi servirà una partita super». Soprattutto serve quel super Dybala di inizio stagione. Allegri entra nel duello della sfida: «Sono due giocatori diversi per caratteristiche fisiche: Messi è esplosivo, Dybala è aerobico. Possono giocare insieme? Chiedete a Sampaoli, purtroppo non è un problema mio».

La Joya sempre a France Football ha detto: «Messi è talento, Ronaldo lavoro: io sono settanta talento e trenta lavoro. A Palermo ho anche scritto con il piede destro per migliorare la sensibilità...». E si torna alla notte di Cardiff quando nel secondo tempo Dybala si è sentito «impotente. È una delusione ancora intensa». Per dimenticare, Dybala stasera potrebbe dare ancora ragione a quel giornalista che lo chiamò Joya «per definire qualcosa che può costare molto». Riecco il mercato, ma adesso deve aspettare.

Fare bene stasera sarebbe un altro passo per quella promessa fatta da bambino con gli amici attorno al fuoco: «Voglio vincere il Pallone d'oro e diventare il migliore del mondo».

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