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De Boer comincia snaturando l'Inter: ma chi lo consiglia?

La difesa a tre ha creato grossi guai. Ma senza il regista è un problema

De Boer comincia snaturando  l'Inter: ma chi lo consiglia?

Nella giornata dei bomber (Bacca, Higuain, Kalinic, Borriello, Dzeko, Destro, Berardi, Birsa) manca il nome di Icardi, che in settimana firmerà un contratto di 5 milioni netti a stagione più bonus fino al 2021 con una clausola rescissoria di 100 milioni. Non è un caso, e non è colpa dell'argentino. Con l'Inter dell'altra sera, presa a sculacciate dal Chievo, non avrebbero segnato neppure Messi e Ronaldo. Mi chiedo come Frank De Boer, apprezzato allenatore dell'Ajax per quasi 6 anni con quattro scudetti e due secondi posti, abbia potuto schierare a Verona una formazione così sconclusionata, senza capo né coda, fra l'altro in palese ritardo di condizione. E' come se il tecnico olandese avesse dato retta a un "consigliori" di dubbio intelletto finendo inevitabilmente sulla strada sbagliata. E il fatto di essere ad Appiano Gentile da un paio di settimane rappresenta una pallida giustificazione al flop della prima.

Lui che è sempre stato un fautore della difesa a 4, l'ha schierata a 3, quasi non conoscesse le caratteristiche dei suoi uomini: D'Ambrosio è un esterno e Ranocchia, se non gioca in spazi stretti, scade a brocco. Logico poi che Miranda, il migliore del reparto, abbia scontato i peccati d'un assetto così male assortito. Come puoi fare la guerra alla Juve che negli stessi ruoli manda in campo Barzagli, Bonucci e Chiellini? Per di più con esterni bravissimi in fase di ripiegamento. Ma è a centrocampo che la situazione è precipitata e resterà nel marasma per l'assenza d'un regista, d'un uomo in grado di dettare le cadenze della manovra. E' così dalla partenza di Cambiasso, inutile girarci attorno. Medel è un playmaker di modesta levatura, non vale la metà di Marchisio, e infatti nella sua nazionale gioca centrale giusto per dare l'avvio alla manovra. Ci vorrebbe uno come Biglia, tanto per fare un nome. A meno di affidare il comando delle operazioni a Banega che se la cava bene davanti alla difesa come dietro le punte. Kondogbia e Brozovic non hanno queste caratteristiche, o mediani o interni, tanto per capirsi. E interno è pure Joao Mario. Tanto varrebbe dare l'assalto a Badelj, il 27enne regista della Fiorentina, l'uomo giusto per dare ordine alla manovra. In avanti, invece, le risorse non mancano. Quanti club possono contare su un tridente composto da Candreva, Icardi e Perisic? Con Eder pronto a subentrare. Gabigol può servire, ci mancherebbe, ma le carenze sono soprattutto in mezzo al campo.

Ecco perché De Boer, invece di cercare alchimie fantascientifiche al suo esordio in Serie A, farebbe bene a schierare l'Inter con un normalissimo 4-3-3 mettendo in sicurezza la difesa e sfruttando al meglio le doti dei suoi uomini migliori. L'Inter non è così scarsa come è apparsa al Bentegodi, per cinque/undicesimi vanta interpreti di levatura internazionale, e su questi va costruita una squadra d'alta classifica. Guai però se sbagliasse ancora mercato, non può permetterselo. Sicuro che valga la pena di cedere Brozovic per acquistare, al doppio della valutazione, il portoghese Joao Mario, giovanotto di sicure prospettive, ma estraneo al nostro calcio? Ci sarà pure un motivo se la Juventus ha ingaggiato due campioni da tempo in Italia, Pjanic e Higuain, e se per completare il centrocampo ha puntato proprio su Brozovic. La rincorsa alle posizioni di testa è iniziata malissimo, questo è certo. E le preoccupazioni del popolo nerazzurro, in attesa della proprietà cinese al momento invisibile, vanno al di là del risultato per la mancanza di strategia e di gioco.

Se non c'è società, non c'è squadra: il vecchio detto non va mai in pensione.

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