Sport

La decima del Dottore è vita La prima del Dovi è da sogno

Rossi re di Assen torna a vincere dopo oltre un anno Dovizioso con la Ducati è quinto e leader del mondiale

La decima del Dottore è vita La prima del Dovi è da sogno

L'ha fatto di nuovo. L'ha fatto perché lo sa fare meglio di tutti, perché è la sua vita. Ma se dall'ultima volta è passato più di un anno e dalla prima 20 (più 313 giorni) è lecito che tu abbia dei dubbi e che inizi a chiederti se mai ce ne sarà un'altra. Valentino Rossi è ancora lì, a fare a sportellate con ragazzi che lo vedevano vincere quando andavano all'asilo, e a 38 anni è ancora capace di metterli in riga.

Il pilota più vecchio trionfa sul circuito più vecchio, la «cattedrale» di Assen dove si corre dal 1925, e lo fa in un modo nuovo. Perché il bello delle 115 vittorie di Valentino (89 delle quali tra 500 e MotoGp) è anche questo, difficilmente ne trovi una uguale all'altra. Sabato aveva detto che sperava in una gara tutta asciutta o tutta bagnata, e invece proprio quando sembrava esserne venuto a capo - mancavano 8 giri alla fine e stava prendendo il largo dopo essersi liberato sia di Marquez che di uno Zarco penalizzato dall'azzardo delle gomme soft - ha dovuto vincerla una seconda volta perché ha iniziato a piovere.

Sei giri prima Viñales era stato tradito dalla foga di dover risalire dall'11° posto in griglia e la sua caduta aveva di fatto riaperto il mondiale. Col magnifico Petrucci che sull'asfalto viscido gli si è incollato alla ruota e con Dovizioso che da dietro risaliva fino a piombare sul gruppo di testa si riproponeva l'eterno dilemma di ogni sportivo: istinto o calcolo, cuore o ragione? La risposta Vale l'ha data mezz'ora dopo, col sorriso largo di chi ha appena guardato il mondo dal gradino più alto del podio: «Sono contento per tante cose ma quella che mi rende più felice è essere tornato a vincere, perché io corro in moto e lavoro tutto l'anno per questo feeling, per quello che si prova nelle due o tre ore dopo la gara».

E per quello che fa provare a noi. Dispiace per Petrucci che per un giro riesce a mettergli le ruote davanti e poi pianifica l'attacco decisivo per l'ultimo giro e per l'ultimo settore, quello in cui Rossi è un po' più lento. La prima vittoria in carriera gli sfugge anche per colpa di due doppiaggi laboriosi: «Mi sono trovato davanti Barbera al penultimo giro e Rins all'ultimo - ha spiegato un Danilo più arrabbiato che orgoglioso -, siamo sempre in safety commission a rompere le scatole con le regole e poi nel momento decisivo non è stata sventolata neanche una bandiera blu (quella che ordina al pilota più lento di far passare il più veloce, ndr). Come al solito mi è cascato tutto il castello, se Rins lo incontro a piedi deve avere tanta paura».

Dispiace, dicevamo, ma resta la grandissima giornata del motociclismo italiano col vecchio leone che torna a ruggire e Dovizioso, quinto al traguardo dietro Marquez e Crutchlow, che a questo punto si ritrova in testa al mondiale. «È una bella emozione - ha detto Dovi -, non mi era mai capitato di essere primo. Peccato per il podio, ne avevo di più ma Marc e Cal hanno fatto gli ultimi due giri da matti e quando ha iniziato a piovere più forte non ho rischiato il tutto per tutto, ho pensato alla classifica».

Rossi invece ha pensato altro: «Negli ultimi giri mi sono immaginato che non stesse più piovendo», ha scherzato. È anche così che si vince 10 volte ad Assen. Poi, dopo una sculacciata a Zarco che all'inizio stava per farlo cadere («non è cattivo, è che proprio non è capace; con quella ruotata mi ha rovinato una tuta nuova, gli manderò a casa la fattura»), si è fatto serio parlando del nuovo telaio che, per dirla col suo capo tecnico Galbusera, «ha dato i suoi frutti»: «Abbiamo capito cosa non andava della moto 2017 e ora finalmente riesco a guidare come piace a me. Il problema è che qui da una gara all'altra cambia sempre tutto. Anche in Germania avremo un telaio solo e dovremo scegliere bene».

Germania significa Sachsenring, fra quattro giorni si torna già in pista: il ferro è caldo ed è il momento di continuare a batterlo.

Commenti