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Derby dei veleni, ora Lulic rischia 10 giornate

Il laziale si scusa dopo 24 ore per gli insulti a Rüdiger, ma può subire una lunga squalifica

Derby dei veleni, ora Lulic rischia 10 giornate

Roma - Alla fine, con un po' di fatica, Senad Lulic ha chiesto scusa. Non direttamente a Rüdiger - che anzi ha punzecchiato ancora spiegando di aver «risposto a una provocazione con un'altra provocazione» - bensì ricordando di provenire «da un Paese che conosce le tragedie causate dai pregiudizi etnici» e dicendosi dispiaciuto per essersi «espresso in maniera infelice» in un momento di tensione. Nonostante la retromarcia l'aver rinfacciato al difensore della Roma un presunto passato da venditore di cinte e calzini potrebbe costargli caro, perché l'articolo 11 del codice di Giustizia sportiva punisce severamente i comportamenti discriminatori. C'è il precedente di Alberto Grassi, attuale giocatore dell'Atalanta, che due anni fa quando giocava in Primavera diede del «vu cumprà» a Salifu del Verona e fu squalificato per 10 giornate, che peraltro è il minimo edittale della sanzione.

La norma si riferisce a offese, denigrazioni o insulti «per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine etnica». Formalmente Lulic non ha fatto esplicito riferimento a nulla di questo, semmai la sua è stata una (antipaticissima) discriminazione economica: l'associazione tra il colore della pelle di Rüdiger e il mestiere di ambulante è tanto immediata quanto frutto del pregiudizio. Sarà il giudice sportivo a decidere se applicare comunque l'articolo 11 oppure contestargli una violazione dell'articolo 1 che fa riferimento al principio di lealtà e correttezza e che prevede sanzioni molto più miti.

Nel frattempo sul laziale hanno continuato a piovere reprimende, anche da parte dei colleghi. L'atalantino Gomez gli ha ricordato che «non si piange davanti a un microfono», mentre Nainggolan (che quando De Rossi diede dello zingaro a Mandzukic non fu altrettanto solerte) ha postato su Instagram la scritta «No to racism» con la didascalia «Qualcuno impari queste tre parole».

Veleni a parte, mentre la Lazio si leccava le ferite a Formello la Roma ha celebrato il trionfo allenandosi davanti a 4mila tifosi: praticamente il bagno di folla che il questore le aveva negato sabato. Assente Rüdiger, in permesso per il matrimonio del fratello, gli eroi sono stati Nainggolan e Strootman.

Per l'olandese, però, oltre agli applausi pure una cattiva notizia: la procura federale ha segnalato il suo gesto nei confronti di Cataldi e, anche se improbabile, rischia di essere punito con la prova tv.

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