Pyeongchang 2018

Il diario di Ninna / Il primo flash è il volto triste di Melanie

Il diario di Ninna / Il primo flash è il volto triste di Melanie

Caro diario, la mia prima giornata olimpica avrebbe dovuto essere una rilassante esplorazione dei siti dove da domani si comincerà a lottare per le medaglie, ma si è trasformata in un tour de force faticosissimo fra bus, scalinate per giganti e banchi (dis)informazioni. Tutto normale direi, all'Olimpiade quando hai capito dove sei e come devi muoverti è l'ora di tornare a casa. Va già bene che i coreani del sud sono tutt'altro che rigorosi, di sicuro non sarebbero assunti in una prigione del nord per fare i secondini! I controlli si passano allegramente con le bottigliette nello zaino, tutti salutano come fossero i tuoi migliori amici e si respira un'aria davvero olimpica di grande fratellanza.

Ieri sono stata al villaggio atleti delle discipline della neve (quelli del ghiaccio stanno mezz'ora più a est, a Gangneung, vista mare), aperto per tutto il pomeriggio ai giornalisti interessati. Il programma prevedeva un tour guidato, in realtà io ho gironzolato per conto mio senza che nessuno mi controllasse, notando con piacere la palestra molto più affollata della sala giochi e assistendo alla parata di benvenuto per le squadre della Grecia e della Lettonia. Poche ore prima era stata l'Italia a godere dei rulli di tamburo e delle danze tipiche, peccato che a quell'ora la maggior parte degli atleti fosse in pista per gli allenamenti.

Proprio mentre stavo per uscire dal villaggio, alla ricerca di un mezzo a quattro ruote riscaldato che potesse riaccompagnarmi al centro stampa, ho notato dentro un pulmino un viso noto, ma l'espressione era talmente triste che ho fatto fatica a mettere a fuoco Melanie Meillard, il miglior talento dello sci mondiale. E' la prima brutta notizia di questa Olimpiade e non si tratta di doping o di politica, no, più banalmente la diciannovenne svizzera si è rotta i legamenti e il menisco di un ginocchio e la sua prima esperienza a cinque cerchi si è conclusa su una carrozzella che l'ha riportata nella sua stanzetta del villaggio.

Villaggio? Vista lormai radicata abitudine di radunare tutti in quegli orrendi casermoni a venti piani sarebbe ora di trovargli un nome diverso.

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