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Tavecchio è sotto assedio: pure la Fifa e l'Ue all'attacco

Dopo la gaffe di Tavecchio, Blatter vuole un'inchiesta dalla Figc. Albertini: "Ci ha messo in difficoltà"

Carlo Tavecchio esce dalla sede romana della Figc
Carlo Tavecchio esce dalla sede romana della Figc

Dopo la Fiorentina anche la Sampdoria e il Cesena "scaricano" Carlo Tavecchio. Proprio quando scade il termine per la presentazione delle candidature e parte ufficialmente la corsa per la presidenza della Figc, lo scivolone su "stranieri mangia banane" costa a Tavecchio il ritiro del sostegno da parte di tre club egli strali della Fifa e dell'Unione europea. Joseph Blatter ha, infatti, chiesto alla Figc di "prendere le opportune iniziative per indagare e decidere" sui "presunti commenti razzisti" pronunciati durante l’assemblea della Lega dilettanti. Una presa di posizione che ha trovato d'accordo anche Dennis Abbott, portavoce della commissione Ue per lo sport.

"Così non si può continuare. La Lega di Serie A non può far finta di nulla. I presidenti devono rivedersi al più presto e rivalutare la posizione. Rischiamo il commissariamento della Figc". In una intervista all'Ansa, il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero si fa promotore di una nuova iniziativa per cercare una soluzione, "moderna e basata su pochi ma chiari contenuti", alla questione politica che sta ulteriormente danneggiando l’immagine del calcio italiano. Alla luce di quanto accaduto da venerdì invita tutti i presidenti e i club a ritrovarsi "al più presto per rivalutare la situazione". "Non c’è tempo da perdere - spiega - stiamo dando una pessima immagine di noi al mondo, un’immagine che non ci deve appartenere". Dello stesso avviso anche Giorgio Lugaresi. "Da oggi tutti i presidenti della Lega di serie A dovrebbero sentirsi liberi di votare per la presidenza federale in assoluta autonomia - commenta il presidente del Cesena - seguendo solo le proprie convinzioni e la propria coscienza". Oltre che dai club, le pressioni arrivano pure dalla Fifa che invita addirittura a indagare Tavecchio per la dichiarazione incriminata. Un diktat che infastidisce (e non poco) il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, secondo cui "l’attacco a Tavecchio è demagogia pura, una strumentalizzazione all'italiana". "È schifoso come le persone vengano lapidate per niente - incalza Zamparini - la Fifa è un organismo che andrebbe sciolto". Conferma il proprio sostegno anche Adriano Galliani: "Le parole di Tavecchio sono battute infelici, ma lì finiscono. Ora viene dipinto come un razzista, ma certamente non lo è. La posizione del Milan non cambia? Assolutamente no". L'amministratore delegato del Milan, ai microfoni di Sky Sport ribadisce poi che "i rapporti personali con Albertini sono buonissimi".

Come se non bastasse lo zampino di Blatter, anche l'Unione europea non perde l'occasione per attaccare. Abbott sottolinea, infatti, che "la non discriminazione è la pietra angolare della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea". "Il razzismo e ogni altra forma di discriminazione - conclude il portavoce della Commissione Ue per lo sport - non devono avere posto nel calcio". Le pressioni per screditare Tavecchio puntano a favorire Demetrio Albertini che ha formalizzato anche la sua candidatura, sfidando così ufficialmente Tavecchio nell’assemblea in programma l’11 agosto. L’ex giocatore del Milan e della nazionale ha presentato il suo programma alla segreteria federale, con le firme di accredito delle due componenti tecniche, l’associazione calciatori e l’associazione allenatori. E soffermandosi sul suo sfidante, finito nella bufera, ai microfoni di Sky Albertini ha sottolineato questo: "La frase di Tavecchio si commenta da sé, ci ha messo un po' in difficoltà a livello internazionale. Dispiace a tutti, ma credo assolutamente che dobbiamo essere meno intolleranti noi. Se vogliamo crescere e parlare ai nostri ragazzi dentro e fuori dal campo dobbiamo dare noi il buon esempio". E poi ancora: "A livello internazionale abbiamo un rapporto diretto, essendo la nostra una delle federazioni più importanti al mondo. Mi dispiace molto ma conosciamo tutti le regole e la tolleranza zero verso alcuni tipi di comportamento".

Secondi i numeri, Albertini non avrebbe chance, ma Tavecchio, partito con il sostegno della quasi totalità dei club, dalla serie A ai dilettanti, rischia ora di passare due settimane sulla graticola mentre il fronte in suo favore comincia a mostrare le prime crepe. Chi punta su di lui per far partire una riforma del calcio, da Beretta ad Abodi, a Macalli, ha già fatto quadrato, parlando di strumentalizzazione di una frase infelice, però dopo il sabato di bufera - con il web intasato di commenti tra l’ironia e rabbia e un fuoco di fila di attacchi dalla politica - anche la domenica non ha risparmiato critiche al presidente dei Dilettanti e qualcuno sta rivalutando la sua posizione. La sfida è dunque partita, non sotto le migliori stelle: Aic e Aiac continuano a sostenere l’ex giocatore del Milan e della Nazionale che vuole comunque giocarsi le sue chance. L’11 agosto il voto finale che metterà sulla poltrona di via Allegri il successore di Giancarlo Abete. Con un compito non facile: rimettere in piedi il calcio italiano tornato a pezzi dai mondiali brasiliani e ridare subito alla nazionale un nuovo ct.

In serata, nel corso dell'evento in diretta Sky per la compilazione-presentazione del calendario di serie A, Tavecchio è tornato sulla vicenda che lo vede protagonista: "Ho fatto un’uscita infelice in un contesto di una presentazione di un programma che durava più di un’ora. Ho sbagliato. Mi dispiace e mi sono scusato, ma posso dire, con arroganza, che per il mio vissuto pochi hanno fatto quello che ho fatto io per il Terzo mondo. Mi sono trovato protagonista delle prime pagine più del Papa e della guerra in Palestina". Sull’argomento ha anche detto: "Non racconto la mia storia africana ma dico solo una cosa: abbiamo permesso a diecimila extracomunitari di scendere in campo, ci sono società con undici extracomunitari. Ci si può iscrivere senza ulteriori orpelli, oggi diecimila persone extracomunitarie giocano nel campionato di calcio dilettantistico.

È un fatto: io sono stato in Africa a fare calcio e campi di calcio". Basteranno queste parole a chiudere la polemica?

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