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Dopata ma non troppo Due mesi alla Errani «Colpa dei tortellini...»

La tennista azzurra positiva a una medicina che serve a curare il cancro: "Forse è scivolata nell'impasto"

Dopata ma non troppo Due mesi alla Errani «Colpa dei tortellini...»

Quattro mesi per preparare una difesa, un giorno per rovinare tutto. Della positività (anzi, non negatività, come si usa adesso in politichese) di Sara Errani ad un controllo antidoping dello scorso febbraio avremmo dovuto saperlo ieri pomeriggio: la Federtennis aveva preparato in gran segreto tutto con cura, compreso un comunicato che doveva spiegare i perché di un fatto che macchia la carriera di una delle atlete che ha fatto grande la storia femminile recente del suo sport. Peccato che da certe finestre passino sempre degli spifferi di troppo e così l'anticipazione in mattinata del Corriere della Sera (bravi i colleghi, molto meno chi ha soffiato loro la notizia) ha fatto talmente bum da sgretolare qualsiasi logica di comunicazione corretta. Ma tant'è, il risultato non cambia: la Errani è positiva e non resta che capire cosa sia successo. E soprattutto perché a fronte di quanto scoperto l'Itf abbia deciso di rispondere con un buffetto: due mesi di squalifica a partire dal 3 agosto, più la perdita dei punti e dei premi acquisiti dal 6 febbraio al 17 giugno.

In pratica: la cosa peggiore è che il letrazolo che Sara ha assunto, di solito viene prescritto per trattare il cancro alla mammella dopo l'avvento della menopausa. E solo per quello. Eppure la spiegazione c'è, almeno secondo la stessa tennista. La quale ha spiegato su twitter (sai, appunto, la comunicazione moderna) che il medicinale è presente in casa Errani perché viene assunto dalla madre, che lei sarebbe una pazza a prenderlo perché altamente dannoso per chi non è malato di tumore, che l'accidentalità sarebbe dovuta dalla caduta (non vista) di una pasticca nei tortellini in preparazione sul banco della cucina, che il test sui capelli a cui si è volontariamente sottoposta ha confermato l'assenza di assunzione continuata. «Sono arrabbiata e in pace con la mia coscienza, assolutamente consapevole di non aver fatto nulla di male», ha concluso. Ed infatti la federazione internazionale ha riconosciuto la colpa lieve e da qui ecco la sentenza minima. Giusta? Qui sta il punto. Ad esempio si spera che ora non spunti un'epidemia nell'utilizzo di letrozolo tra gli sportivi, così come capitò per il meldonium - quello reso famoso da Maria Sharapova e che serve per curare il diabete - che si è scoperto di uso comune in Russia, dove la glicemia alta pare essere un vero flagello.

Insomma: stiamo con la Errani, se incidente è stato così come sembra accertato. Meno con chi fa ancora la morale a Justin Gatlin, sbertucciato nonostante abbia pagato pesantemente le sue colpe (otto anni ridotti a quattro) prima di ritornare pulito fino a prova contraria per vincere il titolo mondiale dei 100 metri. Anche perché la pasticca nei tortellini involontariamente (anche qui) prolunga la casistica del doping: tipo il ciclista Contador infettato da una bistecca, l'ex collega Simoni colpito duro da una caramella della zia, l'ex calciatore Davids e il suo shampoo al nandrolone per lavare le treccine. In questo caso a Sara alla fine è andata meglio che a loro (che non hanno avuto sconti), anche se dal 3 ottobre - visto dove la porterà la classifica di questo anno orribile, oltre il 200° posto - dovrà ricominciare dai tornei della periferia tennistica.

E per una che è arrivata in finale del Roland Garros, forse è questa la punizione più dura.

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