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Doping, cosa rischia la Sharapova? "Almeno un anno, ma se sapeva..."

La tennista russa positiva a un controllo anti-doping per un farmaco contro il diabete

Maria Sharapova dopo la sconfitta contro Serena Williams
Maria Sharapova dopo la sconfitta contro Serena Williams

Il giorno dopo l'annuncio, è già tutto cambiato per Maria Sharapova. La tennista russa ha annunciato ieri di essere risultata positiva a un controllo anti doping effettuato durante l'Australian Open e nel giro di poche ore si è vista rescindere i contratti pubblicitari che aveva sottoscritto.

Ha fatto un passo indietro la Nike, con un comunicato in cui i vertici del marchio con il baffo si dicevano "rattristati e sorpresi" da quanto appreso. Lo hanno fatto anche quelli di Tag Heuer, marchio di orologi che ha annunciato che non intende rinnovare il contratto e ha dunque sospeso le trattative in merito, e in ultimo la Porsche.

"Ho fatto un errore enorme", ha detto ieri in conferenza stampa Maria Sharapova, spiegando che per anni ha assunto lo stesso farmaco contro il diabete, che tuttavia da dicembre rientra nel lungo elenco di sostanza proibite agli atleti professionisti. Sarebbe stato questo il motivo per cui è stata trovata positiva al controllo.

La Federazione internazionale ha già annunciato che provvisoriamente l'atleta sarà fuori dai giochi almeno fino al 12 marzo, ma è certo che rischia molto di più. Prova a ipotizzare cosa accadrà Sandro Donati, allenatore di Alex Schwazer e consulente della Wada, l'Agenzia mondiale anti-doping).

Per il coach "può cavarsela con una squalifica di un anno", a patto però che sia in grado di dimostrare la sua versione dei fatti, ovvero che il suo è stato un errore in buona fede e non un tentativo deliberato di beffare il sistema. E soprattutto se il suo utilizzo del Meldonium è stato dichiarato.

Se così non fosse e la giustizia sportiva non dovesse crederle, "rischia un lungo stop".

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