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Dovizioso vince e spera ancora Si decide tutto all'ultima gara

Doppietta Ducati, Marquez 4º: ora gli basta un 12º posto Rossi solo 7º. E Morbidelli ci regala un titolo dopo 8 anni

Dovizioso vince e spera ancora Si decide tutto all'ultima gara

Il mondiale di Motogp, dato per morto una settimana fa in Australia, ha ancora 14 giorni di vita. In pratica, almeno sulla carta, è rimasto aperto fino all'ultima gara, e comunque vada il merito è di un Dovizioso semplicemente magnifico. Dopo il passo falso di Phillip Island - da mangiarsi i gomiti, col senno di poi - Andrea si è riconfermato tigre della Malesia: ma se l'anno scorso fu l'ultimo di una serie di vincitori diversi (nove, per la precisione), stavolta il suo trionfo non ha il sapore della sorpresa. Da allora il Dovi ha vinto una gara su tre, e con sei successi stagionali ha eguagliato Marquez. Gliene servirebbe un settimo a Valencia con lo spagnolo al massimo 12° per vincere un titolo che a quel punto sarebbe epico: quasi impossibile, ma i miracoli ogni tanto esistono ed è bello poterci sperare per un altro po'.

Che Dovizioso fosse in palla lo si era visto in qualifica e poi di nuovo ieri, nella notte italiana, quando già si era messo tutti dietro nel warm-up. Ma a dargli ulteriore margine in gara è stata la pioggia, che ha mandato all'aria i piani di un Valentino Rossi che alla vigilia sembrava poter essere competitivo e ha costretto Marquez alla prudenza per evitare un'altra scivolata dopo quella che lo aveva relegato al settimo posto in griglia. Lo spagnolo è scattato benissimo ma quasi subito ha dovuto cedere il passo a Zarco e Lorenzo, prima di subire (al quarto giro) il sorpasso del rivale per il campionato: merito anche di una Ducati nettamente superiore alla concorrenza, come ha dimostrato anche la gara di Lorenzo.

Jorge si è liberato di Zarco al giro 9 e per altre 7 tornate ha fatto corsa di testa, poi a un certo punto è andato largo facendosi infilare da Dovizioso e qualche maligno ha pensato a degli ordini di scuderia. Accuse respinte al mittente da entrambi i ducatisti: «Forse non è ancora chiaro che tipo di persona io sia - ha detto il Dovi - non sono un tipo politico che va a chiedere queste cose. Non c'era nessun piano preparato a tavolino, io ho pensato solo a prendere i 25 punti ed entrambi non abbiamo preso grossi rischi anche se forse avevamo delle carte da giocare». Una versione che combacia con quella di Lorenzo: «Mi ha passato perché ho fatto un errore. Dopo non ho spinto troppo perché non volevo fargli rischiare una caduta, ma è anche vero che se fossi stato più vicino di quel che ero ci avrei provato».

Con loro, sul podio, è salito un ottimo Zarco. Quarto Marquez («non era la gara giusta per vincere il campionato ma solo per avvicinarmi un altro po'»), solo settimo Valentino Rossi che sul bagnato quest'anno non ha ma trovato la quadra tra le gomme e la sua Yamaha 2017: «Manca sempre grip dietro - ha confermato Valentino - e se sull'asciutto abbiamo capito che direzione prendere, con la pioggia non sappiamo quale possa essere la soluzione».

Alla fine il sorriso più bello, insieme a un abbraccio, Rossi l'ha riservato al suo concittadino d'adozione, quel Franco Morbidelli che ieri si è laureato campione del mondo di Moto2 con una gara d'anticipo. Due, in realtà, perché il suo avversario Luthi ha dovuto dare forfait per una frattura della caviglia rimediata in qualifica e così «Morbido» ha festeggiato il titolo già prima del via: «La mia dedica è per tutti quelli che mi hanno consentito di arrivare fin qui», ha detto.

Ma speriamo che sia solo un punto di partenza: la Malesia ci tolse Simoncelli, la Malesia potrebbe averci regalato il possibile erede di Valentino.

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