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Il Drake, la prima Ferrari «e che costi poco...»

Il patron alle 16 di mercoledì 12 marzo 1947 salì sulla 125, uscì dal cortile e iniziò il mito

di Benny Casadei Lucchi

Era mercoledì quel giorno di settant'anni fa, nel piazzale della Ferrari non ancora Spa, quando verso le 4 del pomeriggio un gruppetto di visionari e appassionati rimase lì, fermo nel centro del cortiletto, a guardare accendersi un sogno. Il 49enne Enzo Ferrari, sempre più brizzolato, era appena salito a bordo della prima Rossa, la 125, nome scelto in omaggio al frazionamento di ciascuno dei dodici cilindri. Qualche istante dopo, trascorso il giusto tempo che si deve alla sacralità di certi momenti, avrebbe avviato il motore, ingranato la prima marcia e svoltato a destra sulla statale dell'Abetone.

Fra i presenti c'era Franco Busso, il tecnico a cui Gioacchino Colombo, il vero papà della 125, aveva affidato il prosieguo del progetto dopo che mamma Alfa Romeo lo aveva richiamato a Milano. Colombo visionario come Ferrari, nell'agosto del 1945 aveva iniziato a tracciare le linee preziose e risolvere i calcoli magici alla base del dodici cilindri che avrebbe animato la prima Rossa. E lo aveva fatto nascosto nel giardino di una casa di vacanze, d'estate, per non farsi pizzicare platealmente dall'Alfa Romeo di cui era fondamentale collaboratore. Quel mercoledì di settant'anni fa in cortile c'era anche il collaudatore, Nando Righetti, ad osservare il suo capo accendere, ingranare e partire. Da lì in poi sarebbe toccato a lui svezzare la creatura.

Quel giorno di settant'anni fa non c'era però il pilota scelto per portare in gara la prima Rossa, il non veloce, il non particolarmente amato dallo stesso Drake, Franco Cortese. Onesto mediano dell'automobilismo che però faceva al caso per gli scopi. Seicentomilalire il contatto per disputare gare e fare prove e promuovere la vettura e però al pilota stava a cuore dell'altro. Perché, in fondo, ci sono storie curiose dietro la nascita di un mito. Curioso è che Cortese, pilota scarso ma affidabile, negli anni della guerra avesse avuto il mandato di vendita delle macchine per utensili prodotte da Ferrari che in periodo bellico aveva convertito la propria azienda. Curioso è che volesse proseguire a farlo. Curioso che il Drake, benché in piena ricostruzione fosse un affare d'oro, pur di non inquinare la propria visione, non ne avesse più voluto sentire parlare. Così come è curioso che l'idea del dodici cilindri che ha caparbiamente voluto montare sulla sua prima Rossa e su tutte quelle che sarebbero seguite, fosse un'ispirazione rubata, da giovane soldato nella Grande Guerra, sentendo rombare i macchinoni degli ufficiali americani. Curioso è soprattutto che un giorno del 1945 quel meraviglioso visionario di Ferrari avesse chiesto al proprio tecnico «e voglio che sia una macchina che costi poco...

».

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