Brasile 2014

Due lampi di James: Uruguay incenerito

Senza Suarez, la Celeste chiude il suo Mondiale. La Colombia made in Italy guidata dal nuovo astro del calcio ora trova il Brasile

Due lampi di James: Uruguay incenerito

nostro inviato a Rio de Janeiro

Nella partita che doveva essere il nostro quarto di finale, almeno un match da giocare al Maracanà per gli azzurri, va avanti la Colombia, che rispetta il pronostico e vince 2-0 contro l'Uruguay orfano di Suarez. La decide una doppietta di uno dei protagonisti di questo mondiale, ai suoi quarto e quinto gol. James Rodriguez, 23 anni, stella del Monaco, sulla schiena il numero di Messi e Neymar per giocarsela con loro più a lungo possibile.
James sblocca la gara al minuto 27', quando stoppa di petto un bel lancio ai 20 metri e senza far toccare la palla a terra la colpisce al volo di sinistro fulminanto Muslera, che la sfiora ma senza impedire che si infili sotto l'interno della traversa. Un gran gol, da andarsi a rivedere su internet.
In un clima caldo ma non bollente il Maracanà, blindato da un paio di migliaia di agenti di tutte le polizie, era più giallo che celeste. Nonostante la distanza e gli ostacoli geografici della natura, dentro allo stadio c'era più gente da Bogotà che non da Montevideo, capitale che in fondo dista solo un lungo viaggio di 1.500 chilometri. In palio c'era il Brasile, appena qualificatosi ai quarti dopo i rigori. Il premio lo ha vinto la Colombia, per un altro scontro sudamericano, venerdì prossimo 4 luglio, a Fortaleza.
Fino al primo gol la partita appariva bruttina, più fisica che tecnica, giocata a ritmi non eccessivi, anche per gli schemi di due squadre schierate quasi nello stesso modo, con il 4-4-2, che si controllano a vicenda. In ogni caso, fin da subito più vivace e costruttiva la Colombia; più fallosa e difensiva la Celeste, costretta almeno tre volte nei primi 15 minuti a fermare con interventi puniti dall'arbitro olandese, signor Kuipers, le pericolose incursioni di Cuadrado e Zuniga. Più facilmente gli uomini di Pekerman arrivano al tiro, mentre quelli di Tabarez non vanno oltre a un paio di tentativi da fuori area, con Furlan da distanza siderale e Cavani su punizione. Così è stato anche dopo il vantaggio di Jones: la Celeste ha provato a spingere un po' di più ma il portiere colombiano Ospina correva zero rischi.
Nel secondo tempo il doppio vantaggio colombiano è arrivato subito, al minuto 4: azione orizzontale e corale al limite dell'area per liberare un cross profondo sul secondo palo, magistralmente appoggiato di testa dal solito Cuadrado al centro dell'area, dove James, ancora lui, non ha avuto difficoltà a insaccare. Arrivando così a quota 5 gol in questa Coppa.
Partita virtualmente finita, che la nazionale uruguagia non è riuscita a riaprire, pur provandoci con una certa intensità per tutto il secondo tempo, con qualche tiro da fuori un po' di tutti, ma anche con almeno due pericolose manovre(Cristian Rodriguez e Maxi Pereira) in profondità, concluse a rete, ma sventate da altrettanti ottimi interventi di Ospina. Sconsolato Tabarez in panchina, sicuramente ancora offeso per la squalifica di Suarez.
In ogni caso la Celeste ha mostrato contro la Colombia di essere inferiore sia tecnicamente, sia come gioco di squadra. In fondo sono bastati, per contenerla, due difensori centrali come Yepes e Zapata, che nel nostro campionato, rispettivamente a Bergamo e nel Milan, non sono esattamente irresistibili. Di certo, dopo questo ottavo di finale a Rio, il rimpianto per non aver saputo preparare come si doveva il mondiale della nazionale azzurra aumenta ancor di più. Poca cosa l'Uruguay, con o senza Suarez; più forte ma certo non invincibile la Colombia.
Almeno la squadra di Tabarez esce dalla Coppa dopo essere tornata al Maracanà, dove aveva giocato l'ultima partita di un Mondiale ben 64 anni fa, battendo proprio il Brasile nella famosa sfida del 1950, vincendo così la sua seconda Coppa Rimet. Con un altro esito sarebbe stato di nuovo Brasile-Uruguay.

Questa volta la storia non si ripeterà.

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