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Due schiaffi della Juve. Il Milan torna in castigo

Doppietta dell'argentino, la Signora è viva. Champions impossibile per questo Diavolo

Due schiaffi della Juve. Il Milan torna in castigo

Milano - La Juventus torna Signora aspettando la notte delle streghe. Il due a zero con cui stende il Milan è un messaggio al campionato: i bianconeri hanno ancora fame. Lo dice Gonzalo Higuain, sommerso in un abbraccio bianconero dai mille significati e non a caso guidato da Buffon quando inizia la festa bianconera. La prima doppietta a San Siro del Pipita è di una rara bellezza e vale la carica dei centouno, tanti sono i gol segnati in serie A. Due calci ai veleni e ai fantasmi che mandano all'inferno il Diavolo. Perché per Montella è un'altra bocciatura in uno scontro diretto con chi lotta per stare in alto e di fatto fa mettere da parte ogni discorso Champions. L'allenatore rossonero aveva detto di vedere la luce, ma il Milan sprofonda in un buio che più buio non si può. Per la terza volta, dopo Roma e Inter, la tanto annunciata svolta non arriva: altro che esplosione, i rossoneri implodono perché la miccia accesa con il Chievo, Montella dixit, gli scoppia in mano.

Anche perché è una notte stregata in cui non gira niente. La traversa di Kalinic alla fine del primo tempo è l'emblema di una partita da voglio ma non posso dei rossoneri, che provano a prendere anche il pallino del gioco ma è un possesso palla sterile. Invece la Juve pensa solo a essere ordinata, a mantenere l'equilibrio, a controllare il centrocampo e aspetta di colpire: a metà del primo tempo Pjanic innesca Dybala che sorprende la controfigura di Biglia e arma Higuain che non può sbagliare. Cinica la Signora che al primo tiro in porta colpisce un Milan che invece non arriva mai all'appuntamento colpa di un Kalinic sempre in ritardo. E quando si presenta ecco Buffon spedire con il corpo sul legno orizzontale la botta ravvicinata del croato, vale come un gol.

La differenza dei valori è evidente e la Juventus ne è consapevole e accetta l'uno contro uno perchè i campioni da 100 milioni stanno tutti dalla parte bianconera («I top player vogliono giocare la Champions e non vengono da noi...»). L'evidenza è il confronto a distanza tra Higuain e Kalinic. E poi Pjanic oscura Biglia, la K vera è quella di Khedira e non di Kessiè, mentre tra i numeri dieci Calhanoglu è un fantasma (pericoloso solo di testa...) e non incide come Dybala, un assist e mezzo, che si sta ritrovando. E così per tutti gli altri anche per Abate che torna capitano (non Biglia), quasi un tentativo in casa rossonera di saldare vecchio e nuovo. Montella prova a giocarsela alla pari, ma i rossoneri sono spenti con Suso che cade nella ragnatela di Allegri. Kalinic e soci lasciano l'impressione che avrebbero potuto giocare fino a notte senza segnare, allungando un digiuno di gol che in casa dura da oltre 300 minuti (escluso il derby da ospite con l'Inter).

E così i bianconeri stracciano quello striscione di benvenuto, quel cimitero con le sette lapidi delle Champions perse sullo sfondo di una zucca. Ma alla fine i fantasmi che popolano San Siro sono rossoneri e non li esorcizza nemmeno l'ingresso di Locatelli che l'anno scorso fu decisivo. Uno spettro su tutti è Bonucci, squalificato e convitato di pietra. Invece i suoi ex compagni tornano a vincere in casa di una teorica rivale: la scorsa stagione c'erano riusciti solo con la Lazio a settembre. E' anche questo un segnale come il fatto di non prendere gol dopo 5 partite di fila, tra campionato e coppa. Se la Signora ritrova anche la difesa diventa dura per tutti perché il Milan sbatte contro un muro. E poi davanti hai i fenomeni, vedi il raddoppio: Asamoah scatta, Dybala fa il velo e Higuain è letale nel chiudere il discorso a metà ripresa, e pensare che fino a ieri in bianconero non aveva mai segnato al Milan. Una doppia sentenza del Pipita ritrovato che allunga ombre su Montella e per una notte lancia la Juventus in testa col Napoli.

Altro che strega, è quasi di nuovo una Signora.

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