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Dybala stende il Milan. La Juve si prende la classica dei poveri

Partita di basso livello, specchio della classifica. I rossoneri non pungono mai: l'unica vera parata di Buffon al '93 su Cerci. Alla Signora basta una magia dell'argentino per il sorpasso

Paulo Dybala festeggia il goal contro il Milan
Paulo Dybala festeggia il goal contro il Milan

nostro inviato a Torino

Tre punti, sorpasso, sesta. La Juve vince la terza di fila, ma niente di epico, l'unico vero tiro in porta Buffon lo ha subito al 93' da Cerci. Peccato, questo Milan prometteva di più. Non s'è mai visto, neppure dopo lo svantaggio. Il primo tempo era scivolato via inutile e scoraggiante. Eppure alla lettura delle formazioni c'erano le premesse per vedere almeno qualcosa di insolito. Allegri aveva tirato una bella sciabolata a tutti ribaltando la Juve, in fondo sono piccole rappresaglie. Non c'è Khedira per un problema muscolare, fuori Bonucci, e poi anche niente Cuadrado e Morata sulle fasce, dietro a Mandzukic e Dybala c'è Hernanes trequartista, e questa è una mossa coraggiosa che puzza tanto di Champions&City. Ma presentare il brasiliano allo Stadium contro il Milan resta una prova di forza in un momento in cui se ne sentiva il bisogno. La Juve deve uscire dalla buca in un turno che non le è favorevole, ma il pari della Roma a Bologna è una bella spinta. Il Milan è dentro con la formazione più logica, sembra sbilanciato ma è esattamente il contrario, se non fosse la formazione che si conosceva da sabato si direbbe che Mihajlovic l'ha messa in piedi dopo aver saputo quella di Allegri. Niente spinta sulle fasce, Allegri punta sul dialogo stretto fra Mandzukic e Dybala al limite dell'area rossonera peraltro mai riuscito. Antonelli e Abate hanno davanti il deserto ma non si fanno mai vedere dopo la riga di metà campo. La palla gira soprattutto centralmente, occasioni zero, l'unica arriva da una punizione di Hernanes di destro dai 25 metri che Bonaventura devia e rende ancora più velenosa. Donnarumma con un colpo di reni da applausi la mette in angolo. Era il 41', magari nel secondo tempo tirano anche in porta.

Allegri si accorge di aver gettato 45' e rimette le cose al loro posto, entra Bonucci per Hernanes e la difesa passa a tre, Pogba, gioca anche lui, è più avanzato come Lichtsteiner e Alex Sandro che almeno in avvio si schierano oltre la metà campo. Mihajlovic non fa una piega, la squadra con il più alto numero di conclusioni di tutta la serie A ha calciato in porta solo una volta e da fermo.

La gente si chiede se sia normale dopo un primo tempo senza tiri in porta lasciare ancora Morata, Zaza e Cuadrado in panchina. Donnarumma è bravo ma sarebbe bello capire quanto è bravo. Al decimo della ripresa, dopo un appoggio da orfanotrofio di Alex direttamente in fallo laterale, ci si fa un'idea più chiara del perché una sia sesta e l'altra settima in coabitazione. Chiellini su angolo o Dybala, l'unico con il passo breve in mezzo a tanti cavalli, la Juve non esce da queste alternative per andare in gol.

Poi il Milan arretra di almeno venti metri e smette di crederci. È un invito. Pogba, Alex Sandro, Dybala, proprio il giocatore che Berlusconi avrebbe voluto: 1-0. Mancano più di 20 minuti, quando entra Luiz Adriano per Kucka ne mancano quindici, a meno dieci Barzagli calcia di sinistro una cosa vergognosa. La Juve sbaglia l'mpossibile.

Fine.

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