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E Di Matteo si gioca il futuro in panchina

Il tecnico del Chelsea: "Potrebbe essere una delle nostre notti più belle. Qui ho un passato, e se arrivassero i risultati..."

E Di Matteo si gioca il futuro in panchina

Londra - Aggrappati all'orgoglio, e alla fortuna. Perché la crisi che è costata la panchina ad André Villas-Boas non è superata, e ribaltare la sconfitta del San Paolo entrerebbe di diritto «nella storia del club come una delle notti più belle». Non bastano le due vittorie consecutive in una settimana per cancellare otto mesi di patimenti. In casa Chelsea è sì tornata una cauta fiducia, accompagnata però da massicce dosi di realismo. Perché il Napoli resta «la sorpresa della Champions League». Giudizio di Roberto Di Matteo, da poco più di una settimana al comando del Chelsea, e questa sera al debutto in Champions League.
Scelto come traghettatore fino al termine della stagione, Di Matteo ha poco più di due mesi per convincere Roman Abramovich di poter essere un'alternativa credibile qualora non arrivassero nè José Mourinho né Pep Guardiola, in cima alle preferenze rispettivamente di tifosi e proprietà. «Mi sento attaccato al Chelsea perchè ho un passato con questa maglia e sono orgoglioso di guidare la squadra in una partita così prestigiosa, ma la cosa più importante restano gli obiettivi che dobbiamo raggiungere da qui fino a giugno, perché nel calcio contano solo i risultati e purtroppo finora in questa stagione non sono stati all'altezza delle attese», la difesa di Di Matteo.
Eliminare il Napoli sarebbe comunque un primo passo per avanzare una legittima candidatura. Che trarrebbe forza soprattutto dalla qualità dell'avversario. «Ci aspetta un grande impegno perché ritengo il Napoli la rivelazione della Champions. Ma anche noi stiamo bene, con le vittorie arrivano anche autostima ed entusiasmo. Per noi sarebbe una grande svolta ribaltare la sconfitta dell'andata, non solo per il prosieguo in Europa ma anche per l'economia della stagione».
Centrare una rimonta insperata anche per confermare la tradizione europea del Chelsea, che se da due anni è assente dall'elite continentale, nell'era Abramovich ha collezionato quattro semifinali e una finale (persa ai rigori nel 2008 contro il Manchester United per quella maledetta scivolata di Terry sul dischetto). «Se riuscissimo a ribaltare la sconfitta dell'andata sarebbe una delle più grandi notti nella storia del Chelsea - l'aupicio proprio del capitano dei blues, John Terry, sempre a caccia di una rivincita personale in Champions -, perché il Napoli è una squadra che ha grandi capacità in attacco con giocatori che piacciono a tutte le grandi d'Europa».
Ma spetta al nuovo allenatore spiegare come si batte il Napoli: «Dovremo essere attenti ed equilibrati nelle due fasi, attaccare in profondità ma senza scoprirci.

Dovremo giocare con orgoglio ma avremo bisogno anche di un po’ di fortuna perché in partite di questo genere conta anche la buona sorte», la ricetta di Di Matteo.

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