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E il Milan passa dal brodino alla Fiorentina

Il Diavolo si riscopre tutto grinta e fantasia. Seedorf ritrova Balo-gol Si consola Berlusconi: "Questa squadra mi costa 50 milioni l'anno"

E il Milan passa dal brodino alla Fiorentina

Dopo il brodino, una bella Fiorentina, con la maiuscola. Ma gli effetti, per il Milan, sono identici: proteine, tante proteine per la classifica, l'umore del club e il futuro dello stesso Seedorf. Chissà, forse è l'effetto G, la presenza di Galliani per tre giorni scorta attiva della squadra e dell'olandese. Di sicuro il Milan rivisto ieri (capace di vincere a Firenze dopo quasi tre anni, l'ultima precedente firmato Pato e Seedorf), è un Mian che respinge al mittente molti degli sberleffi, le censure, le critiche durissime ricevute. Da segnalare lo spirito guerriero del gruppo. Può consolare in qualche modo Silvio Berlusconi, che ieri a Roma, ha ricordato quanto gli costa, «ci rimetto 50 milioni all'anno» il dettaglio passato ad alcuni parlamentari a Roma. Adesso è venuto il tempo di confermare quella luce intravista ieri. Sabato c'è il Chievo (con Constant e Mexes squalificati): forse il peggio (4 punti in tre giorni) sta per passare.

Dopo l'attacco di panico (con la Lazio) e la miseria di un pareggio senza gloria, ecco un altro Milan, più consapevole della propria cifra tecnica e anche più disposto al sacrificio e alla corsa, che è poi il segreto di Pulcinella nel calcio dei nostri tempi. I miracoli non esistono, specie se realizzati in tre giorni. E allora si tratta di testa, di sicurezza, e naturalmente di tensione giusta.E così nella prima frazione- dopo qualche errore di troppo nelle rispettive aree: il primo di Honda, seguito e imitato dalla sciagurato Matri- il Milan che non ti aspetti può sorprendere la Fiorentina e sbatterla contro il muro della sua incerta difesa. Merito di una fucilata di Balotelli su punizione giusto a metà del primo tempo su cui Neto, il portiere viola, respinge come sa e come può: male insomma, sulla testa comoda di Mexes il cui tapin è di grande semplicità e di scontata efficacia. Prima e dopo il gol, il Milan di Seedorf riempie la scena di un calcio aggressivo e tagliente, esaltato dalla corsa e dai dribbling di Taarabt e Kakà, pianificato dalla tenuta di Muntari e De Jong e di una difesa che regge alle prime, frenetiche spallate dei viola. Cuadrado deve girare al largo da Bonera, Boja Valeiro risulta inspiegabilmente impreciso, Matri non trova una deviazione utile: perciò la Fiorentina fatica a trovare varchi. Mentre il Milan, che si difende con ordine (a eccezione di Constant), quando riparte, pancia a terra, sembra un coltello a serramanico: Taarabt impegna Neto, dalla solita distanza, Muntari sfiora il raddoppio sull'assist di Honda (toh chi si vede!). Balotelli merita la solita annotazione a margine: per via del solito viziaccio (protesta in modo vistoso) incassa un cartellino giallo e da quel momento, messo sull'avviso da Seedorf, deve subire anche una serie di falli e di spintarelle che non vengono segnalate da Orsato, l'arbitro. Una di queste (con Ambrosini che lo affossa in area), diventa anche materia di moviola.

Di Balotelli si può discutere tutto, i suoi allenamenti svogliati, i suoi twitt incendiari, certe reazioni da calciatore di strada, ma quando c'è da calciare, da fermo piuttosto che in corsa (vi ricordate il bengala col Bologna?), beh il talento balistico di Mario è indiscutibile. E così, dopo il solito, clamoroso errore di mira di Matri (lasciato solo da Mexes in modo da girare di testa indisturbato), può arrivare il comodo raddoppio del Milan a seguito di una punizione dal limite: Balotelli sistema la palla come una boccia da biliardo e con la stecca destra la infila nell'angolo lontano di Neto. 28 gol con la casacca rossonera dopo 1 anno e qualche mese: pensate che sia una produzione modesta per un attaccante? Meglio tenerlo invece che pensare a sbatterlo fuori dai cancelli di Milanello! La Fiorentina, tradita dall'ex, senza Gomez e Vargas, non riesce a fare di più e di meglio: Boja Valeiro sbaglia tutto, i cambi di Montella sono acqua senza bollicine.

E per la seconda volta la viola perde il treno che può portarla in Champions, alle spalle del Napoli.

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