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E il patron del Benevento fa festa lo stesso: "Battuta una big come il Manchester..."

Il club a quota 12 ko di fila. Lo United nel '31 aveva perso 11 partite

E il patron del Benevento fa festa lo stesso: "Battuta una big come il Manchester..."

Il presidente Oreste Vigorito, 71 anni splendidamente portati, ha perso ieri - a testa altissima - contro la Juventus (a Torino). «In compenso abbiamo stracciato il record storico di una squadra dal grande blasone internazionale: il Manchester United», scherza il patron del Benevento. Fino a ieri, infatti il club inglese era l'unico in Europa ad aver inanellato (accadeva nel lontano 1931) undici sconfitte consecutive, prima di raccogliere il primo punto in classifica. Una serie negativa da Guinness che ora i giallorossi di mister De Zerbi hanno battuto, saldamente inchiodati come sono a quota zero dopo ben 12 partite. «Ovunque tante lodi, ma sempre senza punti - replica al Giornale il presidente Vigorito, amatissimo in città, nonostante un tabellino di marcia (o meglio, di retromarcia) lungo l'autostrada che dalla serie A conduce direttamente allo svincolo per la B -. La colpa è probabilmente anche degli influssi maligni e negativi che da sempre aleggiano sulla città. «Sì, lo ammetto: sono superstizioso e credo alla scaramanzia». Inevitabile per un presidente che, nonostante le tre promozioni ottenute (dalla C2 alla A) ha perso un'infinità di finali ai play off, tra cui una particolarmente amara nel 2006-2007 contro il Potenza, vittorioso 1 a 0 con gol di Delgado allo stadio Santa Colomba di Benevento (dal 2010 dedicato alla memoria del mitico Ciro Vigorito, fratello maggiore dell'attuale presidente e con lui artefice della rilancio del Benevento). Oreste Vigorito campano di Ercolano, sembra uno dei personaggi genuinamente pittoreschi che animano i libri sulla Napoli di Luciano De Crescenzo: «Dopo i sei schiaffi presi dagli azzurri di Sarri preferirei glissare sul Napoli, anche perché le parole del presidente De Laurentiis non è che mi siano piaciute tanto. Lui ha una squadra di campioni e dovrebbe avere un po' più di rispetto per chi come noi deve contare solo sulla forza dell'onestà e dell'amore per la maglia. Inoltre lui ha un santo in paradiso come San Gennaro, mentre Benevento deve accontentarsi di San Bartolomeo Apostolo».

Un clima sereno, quello che si respira negli spogliatoi del Benevento, nonostante le streghe (Benevento è nota come «la città delle streghe» e una strega a cavallo di una scopa è il simbolo della società) continuino ad assestate terrificanti mazzate iettatorie. Ma Vigorito e il suo staff sono un tutt'uno con giocatori e tifosi e anche l'addio all'ex allenatore Marco Baroni si è rivelato la spia di un ambiente che merita di rimanere nella massima serie.

«Barone non ha firmato nessuna risoluzione consensuale - precisa il presidente -. E, soprattutto, anche nella tristezza del momento, il mister fiorentino non ha perso quella umanità che gli ha consentito di scrivere una pagina entusiasmante nel Sannio».

Leggenda vuole che sul comodino del presidente Vigorito la copertina del libro di Paolo Giordano, «La solitudine dei numeri primi» da oggi abbia cambiato titolo, virando in «La caparbietà dei numeri zero».

«Non potevamo interrompere certo la maledizione contro una squadra di mostri come la Juve - scherza il patron dei sanniti -. Ma essere stati in vantaggio per un tempo e aver costretto i bianconeri a chiudere la partita difendendosi, equivale a una grande vittoria morale. Speriamo che domenica prossima, in casa col Sassuolo, dalla vittoria morale si passi alla vittoria reale».

Per un imprenditore che ha fatto la sua fortuna col business dell'energia eolica, il Benevento non può che essere la società ideale. La città è certa che il «buon vento» arriverà presto. Spazzando via, finalmente, quell'immobile zero in classifica.

Le pale eoliche del presidente Vigorito daranno certo un contributo fondamentale.

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