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E il Razzo riacceso sotto il podio vola ai Mondiali

La resurrezione di Razzo, olimpionico di Vancouver 2010 dopo due anni difficili: "Il quarto posto è dedicato a chi crede in me". E nel fondo Clara trionfa sul Cermis

E il Razzo riacceso sotto il podio vola ai Mondiali

Oltre a "Sabo", ci sono anche "Rollo" e "Razzo". Matricola della vittoria con gli sci sottili a 33 anni, Roland Clara, e fuoriclasse dello slalom, campione olimpico ritrovato, Giuliano Razzoli, classe 1984. L'Italsci può strabuzzare gli occhi e sfregarseli: è tutto vero. Ieri abbiamo piazzato sul gradino più alto del podio due atleti, Gross, il cacciatore, nello slalom, e Roland Clara, il silenzioso, nella sfiancante salita all'Alpe Cermis che chiudeva il tour de ski, vinto complessivamente dal norvegese Martin Sunby. Ma per uno che va giù veloce, e per uno che sale rapido, c'è spazio anche per il quarto posto che per Giuliano Razzoli, oro a Vancouver 2010, vuol dire molto. Intanto una convocazione mondiale, questa volta senza dubbi, come fu lo scorso anno per i Giochi di Sochi. E poi una bella dedica sussurrata sotto il cielo bigio di Adelboden. «A chi ha sempre creduto in me». Già, piedone l'emiliano, tanto garbato nei modi quanto spietato fra i rapid gates negli ultimi anni aveva perso smalto. «Vince solo su certe nevi», «Dopo i Giochi non ha mantenuto il livello». Accuse che feriscono. Più delle statistiche che raccontano di una vittoria e tre podi prima di quel fatidico, olimpico febbraio 2010 quando Razzo «l'ha fatta grossa», come commentò suo padre, con la semplicità di un reggiano sul tetto del mondo.

Poi un buon 2011 con gli altri due podi e una nuova vittoria. Zagabria, Kranjska Gora: nevi slave e levantine, infide come quelle appenniniche dove è cresciuto e poi nevi pesanti come a Lenzerheide, l'ultimo sigillo che risale a 3 anni fa. Razzo entra in crisi, due infortuni, spalla e ginocchio e tante gare storte. Perché come direbbe Totò: è la somma che fa il totale. E Razzoli, oggi a 31 anni, lo sa: «Facevo buonissimi segmenti, oppure bene una manche e uscivo in quella dopo». In zona podio, quarto come ieri, non lo si vedeva da due anni, fra i pali di "Kitz", altra pista che ama molto, ma già settimana scorsa a Zagabria, nonostante l'uscita, tutti avevano capito che qualcosa era cambiato. E che il razzo si era di nuovo acceso come ieri quando, al via col pettorale 24, ha messo il turbo, recuperando dal nono tempo parziale fino a 55/100 dalla vittoria.

Anche "Rollo" Clara era nono e, spinta dopo spinta, ha guadagnato la vetta del Cermis, regalando all'Italia "nordica" la terza vittoria stagionale dopo i due centri di Federico Pellegrino.

Toccare il fondo è il primo passo per rialzare la testa.

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