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E si scopre che Allegri è il re degli allenatori superstar. Macché calciatori, le vere stelle siedono in panchina

Max in vetta. E coi veneti riabilita Dybala: "Ha lavorato. I paragoni gli avevano fatto male"

E si scopre che Allegri è il re degli allenatori superstar. Macché calciatori, le vere stelle siedono in panchina

Torino Lo spettacolo lo fanno i grandi calciatori. E ci mancherebbe altro. Anche perché non si può pretendere che, una volta smessi gli scarpini, i vari Allegri e Montella attirino ancora le folle per vederli passeggiare davanti alle rispettive panchine. Però è un fatto che, secondo un monitoraggio svolto da Mediamonitor su oltre mille fonti di informazione tra carta stampata, siti online, principali radio, tv e blog, i più citati dai media italiani siano proprio loro: gli allenatori. Veri capi branco, insomma: sul campo e non solo. Seguiti, corteggiati, al centro di progetti più o meno lungimiranti, messi in discussione e magari pure licenziati: inevitabilmente, però, al centro dell'attenzione. Risultato: Max Allegri è risultato il più citato dai media italiani (38.729 volte), tallonato da Luciano Spalletti (36.564) e Maurizio Sarri (27.220). Non basta: pure al quarto posto c'è un altro allenatore, ovvero Vincenzo Montella (26.528). Quindi, uno che calciatore oggi non lo è più: Francesco Totti (quinto, con 25.418), poco più di Simone Inzaghi (23.766). Seguono il dimissionario ex presidente della Federazione Carlo Tavecchio ed Eusebio Di Francesco (17.584), oggi allenatore della Roma. Solo nono, sorprendentemente, Dybala (16.363), poco più del compagno di squadra Higuain (15.440). E Bonucci? Il protagonista del trasferimento estivo più chiacchierato di tutti è undicesimo (13.724): ancora più indietro Insigne (12.992), Icardi (12.223), Immobile (10.911), Mertens (8.639), Dzeko (6.932), Donnarumma (6.667) e Buffon (6.012).

Le stelle sono insomma i mister. Con Allegri che, forte dello scudetto vinto, guarda tutti dall'alto in basso. Stasera, a Verona, il tecnico toscano e la sua Juventus andranno intanto a caccia di un altro successo: «Bisogna solo vincere e prendere i tre punti, altrimenti buttiamo all'aria quanto fatto in questo mese». Fatta la voce grossa contro le grandi (battute Napoli e Roma, pareggiato contro l'Inter), adesso l'obbligo è restare sul pezzo anche contro le squadre meno blasonate. «La Juve non vince a Verona dal 2001 e al Bentegodi ci ha pure perso». Occhio, quindi, perché «dobbiamo chiudere questa prima parte della stagione nel migliore dei modi».

Per l'occasione, dopo tre panchine di fila per scelta tecnica, rientrerà tra gli undici Dybala: «Ha fatto una bella settimana di allenamenti, è cresciuto molto e ha ancora tanti margini di miglioramento. I paragoni fatti a inizio stagione (con Messi, Ronaldo e Neymar, ndr) gli sono stati dannosi: fortunatamente è un ragazzo intelligente e ha capito. Resta un giocatore straordinario, ma deve fare il suo percorso». Non ci saranno invece gli infortunati Pjanic, Buffon, De Sciglio e Cuadrado: possibile il rilancio di Marchisio titolare, oppure l'inserimento di Bentancur.

Zitta zitta ma nemmeno tanto la Signora intanto ha blindato la sua porta da otto partite considerando campionato (Crotone, Napoli, Inter, Bologna e Roma), Champions (Barcellona, Olympiacos) e Coppa Italia (Genoa).

Era da lì che Allegri voleva ripartire: detto e fatto.

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