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Ecco la Brexit del calcio mercato. Stop prima dell'inizio della Premier

La lezione degli inglesi all'Europa: trattative chiuse il giovedì precedente il via del campionato. Ma ci pensa anche la serie A

Ecco la Brexit del calcio mercato. Stop prima dell'inizio della Premier

Fedeli all'idea di Jurgen Klopp, il calcio è una cosa seria ma per 90 minuti, gli inglesi hanno pensato che anche il mercato è una cosa seria: ma solo finché non comincia il campionato. Evviva! I presunti maestri del calcio stavolta hanno dato lezione universale liberando il loro mondo da una terribile angoscia: come giocarsi il campionato senza parlare di calcio mercato e magari ritrovarsi un giocatore che vesta due maglie diverse nel giro di una settimana. Di recente è capitato con Oxlade Chamberlain, che ha indossato la maglia dell'Arsenal nel match perso (4-0) a Liverpool il 27 agosto e, quattro giorni dopo, il 31 era pronto a vestire quella dei Reds: dubitare è lecito, sospettare è d'obbligo.

Per evitare tutto questo i club della Premier hanno deciso che, a partire dall'estate 2018, il primo ciclo di calcio mercato si concluderà alle ore 17 del giovedì precedente l'inizio del campionato. Data ipotizzata per il 2018: giovedì 9 agosto. Riforma votata non a maggioranza, ma da gran parte dei club, e il tanto va a merito degli inglesi che non stanno a guardare come si muove il resto del calcio e dell'Europa: da una Brexit all'altra e tanti saluti a tutti.

In realtà il mercato così lungo pare aver stancato e creato perplessità anche ad altre leghe, non ultima quella della nostra serie A. Andrea Agnelli, appena eletto presidente dei club europei, ha subito ammiccato all'idea. E Beppe Marotta, a.d. della Juve, ne aveva già accennato un mese fa a Villar Perosa. Ed ora definisce saggia la decisione inglese: «Il mercato così strutturato crea turbative ad ogni società ben organizzata. Va contenuto entro limiti precisi, ci vorrebbe una scelta omogenea fra i campionati più importanti d'Europa». In tal senso si sono espressi pure Monchi, il ds della Roma, l'Inter e altre squadre.

Bene, bravi, ma potevate pensarci prima. Il calcio nostro, anziché provare a tirare la fila, va sempre ad accodarsi. Qui non si parla di potenza economica (dove siamo in retroguardia) ma di capacità gestionale e reattività intellettiva. Oggi tutti a lamentarsi, fino a ieri tutti a sguazzarci. È probabile che l'ultimo mercato, forse il più indecente della storia, volgare e umiliante in riferimento alle centinaia di milioni investiti su un prodotto (il calciatore appunto) che non ripagherà mai del costo, abbia lasciato qualche ferita(economica) e costretto a riflettere. Aggiungiamo che la facilità con la quale giocatori e procuratori aggirano i contratti chiama le società alla difesa. In tempi andati il mercato durava un mese soltanto, eppure abbiamo visto bel calcio e grandi squadre.

Non tutto il passato è da buttare.

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