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Ecco la crisi a braccetto che fa piccola la Capitale

Si allontana la zona Champions per Roma e Lazio Di Francesco a rischio, Inzaghi a fine stagione...

Ecco la crisi a braccetto che fa piccola la Capitale

n sabato da incubo nel quale la beffa arriva ben oltre al 90' e attesta il periodo negativo del calcio della Capitale. Lazio e Roma stanno vivendo uno dei momenti più bui degli ultimi anni: i risultati non arrivano (i biancocelesti sono senza vittorie dal 4 novembre, i giallorossi da due mesi non trovano un successo lontano dall'Olimpico in campionato), la classifica piange (alla 15ª giornata della scorsa stagione avevano rispettivamente 10 e 14 punti in più), le panchine traballano. È come se le squadre di Inzaghi e Di Francesco siano legate da un filo invisibile che le appaia nelle «disgrazie» sportive.

A Formello si è appena chiuso un ritiro che ha portato il quarto pareggio consecutivo, a Trigoria la squadra torna invece in clausura «a tempo indeterminato». Nei due quartier generali la tensione è palpabile. Come evidente è il rapporto tra allenatori e patron: Inzaghi è ai ferri corti con Lotito (ricordate la famosa telefonata, «rubata» da uno spettatore occasionale, nella quale il presidente rimproverava in maniera veemente il tecnico, scontento per il mercato estivo?), Pallotta è arrabbiatissimo con Di Francesco - non ancora sfiduciato per la verità, ma sarà decisiva Roma-Genoa - dopo l'ultima clamorosa rimonta subita a Cagliari («sembra uno scherzo, una barzelletta, la Roma è una squadra matta, il risultato è stato imbarazzante. È una disgrazia e un disonore», ha tuonato il dirigente americano da Boston).

Al momento non si parla di esonero per Inzaghi, ma viene già quotato a fine stagione il divorzio tra l'allenatore piacentino e la Lazio. Sui social di fede giallorossa si chiede invece la testa di Di Francesco e si sogna Conte - secondo alcune indiscrezioni Totti avrebbe addirittura telefonato all'ex ct per sondare il terreno - anche se al momento Paulo Sousa, Montella e Donadoni restano i nomi possibili per un cambio. Di sicuro quanto avvenuto sabato ha dell'incredibile: la Roma non veniva rimontata in superiorità numerica dal 2012 ma non è la prima volta in stagione che i giallorossi gettano via una possibile vittoria; la Lazio ha subìto un gol al 99' dopo averne segnato uno - il 23° del 2018 di Immobile, nessuno come lui - al 96' («in 25 anni di calcio non avevo mai visto una cosa del genere», ha commentato Inzaghi) anche se aveva vissuto altre amnesie lastminute con Empoli, Udinese e Chievo, scampando il pericolo.

Il rischio, dopo stagioni d'oro e partecipazioni europee di livello, è l'oblio. I biancocelesti sono quinti e giocheranno i sedicesimi di Europa League, ma «impantanati» in un decadimento che sta travolgendo tutto l'ambiente, i giallorossi addirittura ottavi e fuori dalle prossime coppe (pur avendo acciuffato il passaggio del turno in Champions) senza trovare il bandolo della matassa sin dall'inizio dela stagione.

E la fine del tunnel, per entrambe, ancora non si vede.

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