Sport

Eder: "Un'idiozia le polemiche sugli oriundi"

Verratti: "Io simbolo della nuova Italia? Non possa fallire queste occasioni"

Eder: "Un'idiozia le polemiche sugli oriundi"

Firenze. «Qui in Italia hanno un preconcetto, ma la Germania ha giocatori provenienti da altri paesi. La stessa cosa succede in Francia, cha ha diversi giocatori africani. Qui non c'è quella cultura». Lo ha detto Eder, attaccante della Sampdoria e fresco di convocazione con la Nazionale italiana, in merito alle recenti polemiche sugli oriundi. «La decisione è dell'allenatore», ha chiarito il giocatore, intervistato da un giornale brasiliano. «Le polemiche - ha proseguito - sono idiozie, perché Camoranesi ha aiutato l'Italia. Spero di seguire le sue orme, se raggiungessi la metà dei sui successi sarei molto felice».

Poi ha svelato i retroscena della convocazione in azzurro: «Un mese e mezzo fa la federazione italiana ha chiesto la mia documentazione. Ma non mi aspettavo di essere chiamato. Sabato sera hanno reso nota la lista ed è stata una grande gioia, un orgoglio». Eder chiarisce la doppia cittadinanza: «Il mio bisnonno era italiano. Sono stato molto fortunato perché un cugino aveva fatto avuto tutti i documenti. Dovevo solo recuperare il certificato di nascita. Nel 2010 ho ottenuto la cittadinanza».

Entusiasta all'idea di diventare il simbolo del cambio generazionale dell'Italia, ma pure consapevole che da qui a sostituire Andrea Pirlo ancora ce ne corre, è invece Marco Verratti, l'unico giocatore del gruppo azzurro a non aver mai disputato neppure una partita di Serie A: «A parole è facile sostituire Pirlo, nei fatti è difficilissimo - spiega il centrocampista del Paris St.Germain -. Comunque ben vengano questo tipo di pressioni e questi esami di maturità, sto iniziando a capire quello che vuole da me Conte. In Italia i giovani devono sfruttare ogni occasione: se ne sbagli due, la terza non te la danno. Questo è importante e cercherò di fare il meglio possibile».

Tenendo conto che contro la Bulgaria, senza Pirlo e De Rossi, avrà in mano le redini del gioco azzurro.

Commenti