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El Shaarawy e De Sciglio. Che strigliata da Inzaghi

Dopo il ko col Sassuolo Pippo sprona i due giovani: "Siete i nostri gioielli... da voi ci aspettiamo di più"

El Shaarawy e De Sciglio. Che strigliata da Inzaghi

Inzaghi ha fatto da scudo dopo il secondo fuori pista del Milan lanciato all'inseguimento del terzo posto ma ieri mattina a Milanello ha inchiodato al muro tutti i protagonisti del rovescio. Senza risparmiare parole appuntite e nemmeno nomi eccellenti dello spogliatoio, tipo De Sciglio ed El Shaarawy, in clamoroso ritardo sulla tabella di marcia del loro rendimento storico. «Siete le nostre punte di diamante e da voi ci aspettiamo grandi perfomance» il succo dell'osservazione ingentilita nel passaggio dal bunker rossonero all'esterno. «Avevamo la partita in pugno e ce la siamo fatta sfuggire incredibilmente» l'altro appunto del giovane tecnico che sa essere anche brutale oltre che protettivo. Sotto accusa è finita anche la preparazione fisica: clamorosa la disparità di velocità rispetto al Sassuolo che ha lavorato al freddo e al gelo del suo impianto senza lunghi viaggi e nemmeno amichevoli eccellenti. «Escludo che sia stato sottovalutato l'impegno altrimenti non avremmo visto i primi 30 minuti di bel calcio, con un gol, un altro sfiorato senza rischiare nulla» l'osservazione buonista di Galliani rimasto in sede tutto il giorno per incontri di calcio-mercato e presentare Cerci. E allora la risposta più convincente al quesito del giorno è un'altra, ricavata sempre dalle parole di Galliani: «Per la seconda volta, dopo il Palermo in casa, abbiamo bucato il salto in classifica». Che non vuol dire, secondo il vice Berlusconi, avere un gruppo dalla ridotta cifra tecnica. «Perché il Milan ha già battuto Napoli e Lazio che siedono attualmente al terzo posto» l'altra riflessione. In sintesi: questo Milan è come quell'auto che per viaggiare al massimo dei giri deve avere tutti i suoi ingranaggi perfettamente oleati, basta uno solo fuori posto (condizione fisica, tanti titolari assenti) per farla fermare. «A questo punto dobbiamo riprenderci subito» l'invito perentorio di Galliani che ha tenuto in caldo De Jong («nessuno dei nostri contratti in scadenza andrà via a nostra insaputa»), confermato l'arrivo prossimo di Suso (centrocampista del Liverpool) e rivelato che l'accordo-lampo Milan-Atletico Madrid per lo scambio dei prestiti di Torres e Cerci (lungo 18 mesi e senza nessun esborso di denaro) è nato il 17 dicembre dopo l'incontro con l'agente dello spagnolo. «Un paio di giorni dopo ho trovato l'intesa con gli amici dell'Atletico e a Natale è arrivato il sì di Alessio» ha raccontato l'ad milanista pronto anche a difendere il buon nome del calcio italiano con una sequenza di dati («l'Italia è al 56esimo posto della classifica per fare impresa, il calcio italiano è quarto in Europa, è retrocesso meno del resto del paese, mi piacerebbe un giorno organizzare un bel dibattito sul tema con gli esponenti degli altri settori che spesso se la prendono solo con il calcio»).

Sabato prossimo, col Toro, i recuperi di Mexes e De Jong potranno tornare utili d'accordo ma è dall'ultimo arrivato, Cerci, che tutto il Milan e Inzaghi in particolare si aspettano un contributo decisivo. Il giovanotto, visibilmente emozionato, ha fatto professione di umiltà («se ho fallito all'Atletico è stata colpa mia») e di diplomazia («non dico con chi ce l'avevo quando mi sfogai in azzurro ma non era il Milan») e si è detto pronto a subire la concorrenza di Honda («altrimenti restavo dove ero»), provando a ricucire il rapporto con il tifo granata («se segno non esulterò, penso di meritare una buona accoglienza»). «Ho scelto il Milan perché c'è un allenatore che stravede per me, e quando sento la fiducia del tecnico, come è successo con Ventura, vado al massimo» la sua convinzione.

Prima del bagno di folla con i tifosi radunati a casa Milan dove già durante le feste hanno fatto bingo: 25mila visitatori per un incasso di 900mila euro.

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