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Gli errori della Procura possono salvare il Chievo

Pronta la difesa veronese: attivi raddoppiati per sbaglio e valori ai giovani attribuiti a tavolino

Gli errori della Procura possono salvare il Chievo

Nasce tutto in salita il processo bis al Chievo. Il primo procedimento, in cui la procura federale aveva sparato alto chiedendo una penalizzazione di quindici punti e quindi di fatto la retrocessione in B a vantaggio del Crotone per via delle presunte plusvalenze fittizie realizzate con la compravendita di alcuni giocatori, si è perso per strada a causa di un inguardabile pasticcio formale: il procuratore federale Giuseppe Pecoraro aveva rifiutato di ascoltare, a fascicolo aperto, il patron della squadra veronese, Luca Campedelli. Un errore pagato a carissimo prezzo dal pm del calcio: il Chievo si e' salvato, il Crotone ha visto svanire le proprie speranze di resurrezione e il campionato e' cominciato senza scossoni.

Ora la giustizia sportiva ci riprova: l'appuntamento è per il 12 settembre davanti al Tribunale federale e l'obiettivo è più modesto, non più quello di ridisegnare la geografia della serie più importante: adesso si punta a stangare con una multa la società e la sua contabilità ballerina.

Ma i colpi di scena, a quanto pare, non sono finiti. Anzi, il Chievo contrattacca attraverso la consulenza tecnica affidata a due professionisti del calibro di Angelo Provasoli, l'ex rettore della Bocconi, e Pietro Mazzola. I due prestigiosi professori inceneriscono infatti in poche pagine il lavoro dei collaboratori di Pecoraro che avrebbero commesso un altro imperdonabile svarione, un erroraccio imparabile che, se confermato, azzererebbe, o quasi, le responsabilita' del club veneto. Lo staff di Pecoraro avrebbe duplicato il valore degli asset apportati al patrimonio dalla compravendita dei calciatori e dunque avrebbe gonfiato le plusvalenze fittizie, in realta' inesistenti o quasi. La procura ha infatti segnato alla voce attivo sia l'operazione con cui sono stati ceduti alcuni giovani talenti sia quella con cui sono arrivate le nuove leve, riferibili invece alla voce passivo, come si insegna in qualunque istituto di ragioneria. O, almeno, questo sostengono i due luminari. «Quand'anche - notano Provasoli e Mazzola - l'asserito effetto dell'operazione di scambio fosse ... quello di simulare il realizzo di una plusvalenza, l'effetto migliorativo non potrebbe che essere pari al valore della plusvalenza che si iscrive nell'ambito dell'operazione e non al doppio di tale valore». Si capisce che se i numeri sono quelli indicati dalla controperizia, allora le cifre contro cui punta il dito la procura sono destinate a scoppiare in aula come bolle di sapone.

I due analizzano l'operazione con cui il Chievo ha ceduto Parol, realizzando una plusvalenza di 2 milioni e ha acquistato Mansi, «il quale e' stato iscritto ad un valore in linea con quello della plusvalenza effettuata». Uno scivolone che falsa a cascata tutte le somme e sottrazioni successive. «Il patrimonio netto del Chievo - spiega la coppia - per effetto della realizzazione delle due operazioni si accresce di 2 milioni di euro, corrispondenti alla plusvalenza realizzata al momento della cessione di Parol. Il valore di Mansi, acquisito dal Chievo, viene iscritto avendo come contropartita un debito nei confronti della Lega e pertanto non determina un incremento del patrimonio». Insomma, da una plusvalenza di 2 milioni, vera o taroccata che sia, non può derivare una rettifica del patrimonio pari a 4 milioni. Il risultato è o potrebbe essere la quasi totale cancellazione dei capi d'accusa. E cosi il nuovo procedimento rischia il testacoda già ai blocchi di partenza. Ma l'inesauribile procura federale apre un altro fronte e a suon di tabelle e parametri prova a ridisegnare le leggi del calciomercato. Con risultati sorprendenti, ancora di più perchè lo stesso meccanismo verrebbe applicato in prospettiva alle star delle grandi squadre con un crollo delle quotazioni. In pratica un campioncino in erba, cresciuto in un vivaio, avrebbe un valore non superiore ai 50 mila euro. Qualcosa, di nuovo, non quadra: solo l'Inter con il girotondo estivo dei ragazzi della Primavera ha incassato 45 milioni. Cifre che fanno a pugni con gli spiccioli di questi schemi. Diventa insomma problematico incanalare il mercato nella gabbia dei coefficienti stabiliti a tavolino.

Ma la procura va avanti.

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