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Il fairplay Ferrari e le carezze alle gomme

Più che la strapotenza (sempre petrolchimica selvaggia!) dei motori Mercedes, poterono i blister, o surriscaldamenti superficiali delle gomme tenere, e altri inconvenienti tecnici. Ma ecco come è cambiata in 50 anni l'etica in F1: ai miei tempi, la Ferrari avrebbe rallentato Raikkonen nel finale e avrebbe mandato avanti Vettel, per il superiore interesse di squadra, come pilota in testa al mondiale; oggi Maranello non ha imposto nessun ordine d'arrivo, nel massimo rispetto della competitività individuale. È una trasformazione che va particolarmente sottolineata. Tuttavia, è profondamente mutato anche l'intero ordinamento, con circa il doppio delle prove mondiali e soprattutto con un sovvertimento economico. Detto questo, bisogna concentrarsi sul problema della gestione-pneumatici, che ha stravolto il confronto di vertice Ferrari-Mercedes e che ha aperto una porta importante alla Rbr. Ancora una volta, con la gradazione più soffice, il Cavallino ha dimostrato eccellenti capacità di gestione e con ogni certezza non avrebbe conosciuto una resa chilometrica tanto maggiore, nel primo turno, in Super-Soft. Però, nessun processo deleterio di blistering: questa è la conquista tecnica, in considerazione anche delle temperature, cresciute dalle giornate di prova. Diciamo pure che la Ferrari, in seguito alle disavventure di Vettel in qualifica (preoccupanti certe sbavature) non avrebbe dovuto lasciare il successo alla Rbr, teoricamente non superiore, almeno per motore e solo parzialmente per autotelaio, essenziali per le gomme.

Ma così va il mondiale.

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