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Il Faraone mette sotto anche gli zar

Allegri si riscopre maestro di tattica. El Shaarawy gol piccolo capolavoro. Due deviazioni nelle altre reti

Il Faraone mette sotto anche gli zar

Profetiche le parole di Adriano Galliani, pronunciate nelle ore convulse del pre-partita. «Serve pazienza nel calcio. Se ci sarà pazienza, torneremo grandi». Per una sera il Milan promette e mantiene di tornare grande in Europa prim'ancora che in Italia dove il ritardo in classifica è consistente. La sua impresa a San Pietroburgo è di quelle da segnare nel calendario di casa. Vince e convince il Milan. Vince dopo aver dominato per 20 minuti e fatto vedere le streghe ai russi. Vince ma soffre e rischia di finire addirittura sotto. Soffre il ritorno dello Zenit, ne patisce il 2 a 2 che è un cazzotto sotto la cintura ma poi ha la forza, fisica e morale, per tornare a cavallo del risultato. E chiudere il viaggio sulle rive di San Pietroburgo con un successo che è un propellente per riprendere la marcia.

Intanto il successo lontano da San Siro in Champions league colma un ritardo discreto: addirittura due anni dalla vendemmia di Auxerre con Ibra protagonista. È un bel ricostituente per tutta la tribù milanista e anche per le sorti del girone che consente un colpo d'ala e la possibilità di giocarsi la qualificazione nelle prossime puntate. Serve pazienza, d'accordo ma anche il coraggio di una gran bella idea calcistica. Tipo quella griffata Allegri che continua sulla strada del 4-2-3-1 prima di correggere sul 4-3-3 nel finale per difendere meglio e assistere la serata di genio del portierone Abbiati. C'è un bella dose di fortuna, naturalmente. Perché negare l'evidenza conviene solo davanti alla moglie che ti scopre con l'amante a letto. Su deviazione netta il primo sigillo, su autorete classica il 3 a 2 che è un premio all'intesa Montolivo-Pazzini. Forse si tratta di un risarcimento di qualche sventurato episodio accaduto in precedenza. Lucidissimo Allegri nella seconda parte della sfida, con le sue correzioni, una addirittura di sapore antichissimo, far entrare Yepes per avere un saltatore in difesa capace di opporsi ai duelli con i giganti di casa.

Da stropicciarsi gli occhi la partenza. Ma è questo il Milan malconcio e sottomesso del campionato italiano? Sembrano chiedersi a San Pietroburgo. Nei primi venti minuti mette a soqquadro lo Zenit e sorprendere mezza Europa. Il debutto, complice la mossa a sorpresa di Allegri, schierato Bojan al posto di Pazzini per prendere in velocità la difesa russa che ne patisce i dribbling e anche gli spunti, è di quelli da vecchio, grande Milan. Certo, serve anche un colpo di fortuna, tipo la deviazione di Shirokov sulla punizione di Emanuelson dal limite non certo irresistibile, per aprirsi il varco ma è il gioco a meritare il primo vantaggio, è il possesso palla a legittimarlo, sono poi i numeri dei più dotati a renderlo ancora più rotondo e promettente. Già perché il 2 a 0 di El Shaarawy non è un gol qualsiasi ma una perla, una gemma, una cosa preziosa insomma di cui custodire gelosamente il ricordo. Perché il piccolo faraone conquista palla, affronta e supera uno, due, tre birilli prima di rifinire con tocco deciso e preciso.

Da raccomandarsi l'anima a Dio, invece i successivi venti minuti vissuti dal Milan letteralmente salvato dalle prodezze di Abbiati, capace di opporsi, una, due, tre, quattro volte alle serrate cadenze dello Zenit che può esibire uno scatenato Hulk. Fa proprio paura quel gigante dotato di un fisico da lottatore: sulla sirena del primo tempo il portiere si arrende alla stoccata. Si capisce al volo allora che questo Milan formato spagnolo è capace di esaltarsi nella fase offensiva ma non sa difendersi come si deve quando deve allacciare le cinture di sicurezza. E infatti nella ripresa ecco il 2 a 2 dello Zenit, capace di mettere a frutto l'ennesimo calcio d'angolo e l'uscita spericolata di Abbiati che ha modo e occasione, di riscattarsi, alla grande. Già perché dopo il 3 a 2, il portiere milanista richiude a doppia mandato il portellone opponendosi proprio a una stoccata di Anyukov che aveva una voglia matta di rimettersi in pace con i tifosi e anche con la sua coscienza.

Lo Zenit è in crisi profonda, non vince dall'11 agosto, quindi da due mesi: non gli basta Hulk, un armadio a tre ante. E la seconda sconfitta in Champions forse pregiudica in qualche modo la qualificazione. Mentre il Milan vola a punti 4 e si prepara nel migliore dei modi al derby di domenica sera. Continua la magia di El Shaarawy.

Il suo gol è un piccolo capolavoro da far vedere a Ibrahimovic.

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