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Felipe più acclamato di Vettel: «Mi sono messo a pregare per poter salire su quel podio»

nostro inviato a Monza

È come se non se ne fosse mai andato. Felipe Massa è nel cuore di Monza, la sua seconda casa. Se mai ce ne fosse stato bisogno, ieri ne abbiamo avuto la conferma. Il boato del popolo Ferrari che lo accoglie sul podio, il secondo di fila nel parco, è qualcosa di incredibile. È come se fosse vestito di rosso, come se la tuta bianca della Williams fosse trasparente. Neanche Vettel lo pareggia alla prova dell'applausometro, per il tedesco c'è ancora un po' di storia rossa da scrivere prima di fare il sorpasso sul brasiliano. Sapeva cosa lo aspettava Calimero, quel soprannome quasi irrispettoso di un pilota capace come pochi di entrare nel cuore della gente ed è per quello che a un certo punto a tre giri dalla fine, quando Bottas si è fatto tremendamente grande negli specchietti, ha rivelato che «Mi sono messo a pregare Dio di farmi arrivare su quel podio». E prova anche a scherzarci su: «Sono diventato troppo vecchio per questi finali, per fare una volata».

Capacità di emozionarsi e di emozionare, lui cresciuto a quindici chilometri dalla Roggia e dalla Ascari. Si fa travolgere dall'entusiasmo sul quel podio che sente più suo di tanti o forse tutti i colleghi: «Siete tutti nel mio cuore. Sono molto contento di essere qui con voi» dice a quella che considera la sua gente che ha invaso la pista coprendo ogni centimetro di asfalto: «Questo rettilineo è fantastico, questo podio è meraviglioso». La sua Williams ha chiesto la squalifica della Mercedes, lui ci ha fatto un pensierino a salire di un gradino il podio, ma alla fine prevale la sua sportività: «Va bene così». La gioia del podio se l'è gustata fino in fondo.

E se qualcuno dovesse fare uno spot per convincere Ecclestone a fare uno «sconticino» a Monza, le parole di Massa sarebbero perfette: «Non si può perdere qualcosa che si ha nel sangue». Della Formula 1, ma soprattutto di Felipe Massa, il brasiliano che fa battere forte il cuore al suo popolo rosso.

Rosso Ferrari, rosso il suo sangue.

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