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Fenomeno Cina Il calcio ha preso la via d'Oriente

Una volta andavano in Asia calciatori a fine carriera. Ora le stelle Da Martinez (12 milioni di ingaggio, 45 all'Atletico) a Ramires (10)

Martinez durante la conferenza di presentazione.
Martinez durante la conferenza di presentazione.

Luca TalottaIn principio furono Ruben Sosa e Damiano Tommasi, oggi gli eroi dell'altro mondo si chiamano Gervinho, Guarin e soprattutto Jackson Martinez. Una volta il disoccupato ex centrocampista del Verona si trasferiva al Tianjin Teda per 40.000 dollari al mese; all'alba del 2016, invece, l'attaccante colombiano tanto rincorso dal Milan in estate si permette di dire addio ad un club come l'Atletico Madrid dopo soli sei mesi per andare a vestire la casacca del Guangzhou Evergrande, dietro lauto compenso da 12 milioni e mezzo di euro a stagione e assegno da 45 al club spagnolo. Il mercato ha la febbre gialla, malattia curabile con l'unico antidoto che fa bene sempre e comunque: il dio denaro. Perché le squadre cinesi stanno tentando e hanno tentato, a suon di milioni di euro, di portare a casa i migliori protagonisti dei principali campionati europei ed in molti casi ci sono riusciti. L'unica beffa rimane quella che, come una nuvola di fantozziana memoria, si è abbattuta su Luiz Adriano e il Milan, che hanno visto evaporare nel nulla il possibile passaggio dell'attaccante brasiliano allo Jiangsu Suning per circa 15 milioni di euro. Il giocatore, a sua volta, ha visto stracciare il possibile assegno da otto milioni netti a stagione, dovendosi accontentare dei tre che percepisce al Milan.La Cina, però, riveste un fascino che ricorda quello dell'esotico che inondava la letteratura dell'inizio del 900, quando però il diverso era inteso semplicemente con i paesi lontani dal Vecchio Continente. Qui, invece, siamo di fronte ad un movimento in netta crescita, capace di portare nel suo campionato giocatori del calibro di Gervinho, strappato dallo Jiangsu Suning alla Roma per 12 milioni di euro, Guarin (dall'Inter allo Shanghai Shenhua, 15 milioni) e soprattutto Ramires, centrocampista dai piedi buoni e dall'enorme sostanza che ha lasciato l'idillio dorato del Chelsea per gettarsi a capofitto in un altrettanto ricco e fruttuoso contratto da 10 milioni di euro all'anno con lo Jiangsu Suning, che ha versato nelle casse dell'ex squadra di Mourinho 28 milioni di euro.La domanda sorge spontanea: siamo di fronte ad una bolla di sapone o davvero il campionato cinese è così ricco? A conti fatti si rivive quanto accaduto negli ultimi anni, ma in proporzioni molto più ampie: acquistare all'estero per diventare una squadra competitiva e appetibile per giocatori sempre più forti, che possano richiamare attenzione del pubblico e quindi soldi. Senza dimenticare che in Cina non c'è fair play Finanziario...C'è chi pensa che la Super Liga cinese possa raggiungere il livello della MLS tra qualche anno. Se si guarda a 5-6 anni fa, il campionato con gli occhi a mandorla accoglieva sempre giocatori di seconda fascia; ora si punta su calciatori in piena attività. Senza dimenticare che i club cinesi pagano (e bene) anche il prezzo del cartellino. C'è stato un indiscutibile cambio di mentalità importante, che ha segnato l'avvicinamento al sistema internazionale. E dunque, spazio alle stelle di oggi: la Super League 2016 inizierà tra un mese, la corsa al Guangzhou Evergrande vincitore tiranno degli ultimi cinque campionati è cominciata.Non ci saranno italiani in campo, visti i rientri in patria di Diamanti e Gilardino, ma il massiccio arrivo di atleti di spessore è garanzia di spettacolo. Oltre ai già citati Guarin, Gervinho e Ramires, infatti, spiccano le stelle di Paulinho (Guangzhou), l'ex Chelsea Demba Ba, Stephane Mbia (ex Siviglia), Ibrahima Touré e Tim Cahill, una carriera spesa e condita da oltre 250 presenze in Premier League con l'Everton. Dai 40.000 dollari al mese di Damiano Tommasi ai 12,5 milioni di euro annui per Jackson Martinez: il destino del calcio segue inesorabilmente il flusso dei soldi.

Che oggi si trovano ad Oriente.

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