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Fernando indifferente al fascino della Rossa

Pressanti le voci di separazione: Red Bull, Honda o Mercedes La questione soldi. Marchionne: «Ritorno sul podio? Saperlo»

Fernando indifferente al fascino della Rossa

Fernando è tutto testa e cuore. La testa gli dice che nonostante la confusione la Maranello made in Marchionne, cioè, al momento, esattamente quella di Montezemolo, sia pronta a staccargli i 35 milioni a stagione richiesti, una decina in più rispetto agli attuali, pur di tenerlo ancora stretto a lungo. Questi i soldi per restare altri tre anni dopo la naturale scadenza del primo contratto, a fine 2016. Ma l'adeguamento in alto dello stipendio sarebbe retroattivo: andrebbe cioè a toccare i famigerati due anni di accordo che gli rimangono e che Fernando aveva messo abilmente in discussione proprio durante i giorni di Monza: «Vorrei restare almeno per il periodo che ho ancora di contratto…», aveva detto.

Dunque, a Maranello, i soldi ci sono. Perché i conti Ferrari vanno a gonfie vele, perché gli sponsor pure, perché Torino, dopo la primavera di batoste, aveva dato più o meno carta bianca a Montezemolo che aveva dato più o meno carta bianca a Mattiacci. Cioè tutto ciò che più o meno non avevano dato a Domenicali costretto a districarsi fra i conti da quadrare.

Però Fernando è anche cuore. E questo gli dice che il suo orologio biologico fa tic e tac e gli anni stanno passando e diventa sempre più difficile partorire titoli mondiali. Per cui ha fretta lo spagnolo. A 33 anni è anche grande il giusto per non essere più affascinato dal mito del Cavallino, della Ferrari, della rava e della fava. Anzi, forse, nell'intimo è pure stufo di tutto questo e della confusione maranelliana. Tanto più che non ha gradito di scoprire proprio all'ultimo che il suo interlocutore principale sarebbe andato via.

Dunque, a questo punto, lo spagnolo s'accontenterebbe di una bibita energetica da scolarsi tutta in un sorso pur di ritrovarsi tra mille bollicine e quattro titoli mondiali in tasca come accaduto a Vettel con la Red Bull. E proprio di uno scambio col tedesco si vocifera. Anche se né l'uno né l'altro, in questa maniera, avrebbero la certezza di ritrovarsi su una macchina da mondiale. Però Seb è giovane e il mito del Cavallino e la rava e la fava lo attirano ancora. Invece Fernando è attirato solo da vittorie subito e soldi subito. E la Red Bull di oggi lo coprirebbe d'oro come la Ferrari? Difficile. Facile invece che lo faccia la Honda che lo corteggia per piazzarlo fin da subito sulla McLaren che motorizzerà dall'anno prossimo. Le cifre sono più o meno quelle ferrariste. Forse di più. Ma da capo: mentre l'orologio biologico fa tic e tac, Alonso avrebbe la certezza di lottare per il titolo? Non se ne esce. L'unica garanzia di soldi e vittorie sarebbe la Mercedes. Ma Hamilton, che la Ferrari stima e però teme al tempo stesso per le intemperanze in pista, pur litigando con i tedeschi sarebbe disposto a rinunciare a tutto quel ben di dio motoristico?

In mezzo a tanti interrogativi, una sola certezza: il mito della Rossa ad Alonso non interessa più. Se resta è solo perché non trova alternative. Altrimenti scappa via. Anche perché Marchionne ha appena detto: «Ritorno sul podio? Se lo sapessi... chiediamo un po' di tempo».

E una frase così a Fernando fa letteralmente impazzire le lancette dell'orologio biologico.

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