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Ferrari, prima fila storica nel Parco delle favole

Uno-due dopo 18 anni: pole Raikkonen, beffato Vettel L'ordine di scuderia: «Liberi di correre per vincere...»

Ferrari, prima fila storica nel Parco delle favole

dal nostro inviato a Monza

Favole in pista. Perché nel circuito del parco c'è una prima fila ferrarista che mancava da diciotto anni. Una vita. Che meraviglia. Favole a trecento all'ora perché Kimi Raikkonen, il pilota più vecchio e più amato del Circus è in pole position davanti a Sebastiano Vettel proprio mentre si sta giocando le ultime carte per restare in sella al Cavallino. E però anche favole fuori pista. Come quella raccontata dagli uomini della Rossa un attimo dopo la pole numero sessanta della scuderia, dopo l'emozionante prima fila, dopo il malcelato disappunto di Vettel e dopo aver impedito a uno splendido Hamilton di conquistare la quinta pole consecutiva in terra italiana. Terzo a un decimo e mezzo, il leader del campionato. Favole fuori pista perché «sarà gara libera fra i due piloti», raccontano i ferraristi in un dopo qualifiche da A mille ce n'è dei Fratelli Fabbri editori. Che di per sé, nell'intento, è bellissima cosa oltre che bellissima fiaba. Come se la costosa formula uno dai mille interessi all'improvviso fosse diventata umana e decoubertiana; come se non fosse, con il ciclismo, l'emblema dello sport da sempre pronto a sacrificare il compagno di squadra in nome del gregariato estremo e degli investimenti a tanti zeri. Soprattutto, bellissima fiaba che però può rivelarsi tremendissima e suicida se, come salmoni, si sta cercando di risalire la corrente del mondiale per tornare, se non davanti, almeno accanto ad Hamilton e alla Mercedes. Perché non va sprecato niente, perché diciassette punti separano Vettel da Hamilton mentre sono ottantacinque quelli tra Kimi, terzo in campionato, e l'inglese. Però a otto Gran premi dal termine «la matematica ci dice che sono in corsa entrambi per cui, in base alle nostre regole, saranno liberi di correre per la vittoria fino a che uno dei due non sarà fuori dalla lotta...».

Molto bene. Kimi in effetti può rientrare nella partita. È sufficiente che vinca sempre, che Vettel lo aiuti, che Hamilton si trasformi nel russo Sirotkin, che la Mercedes diventi la McLaren. Allora sì, eccome. Fiaba per fiaba, sarebbe commovente vedere il finlandese quasi quarantenne vincere il titolo mondiale con la Ferrari, per di più dopo essere stato l'ultimo a conquistarlo in sella al Cavallino, anno 2007, per gentile concessione dei litigi fra Alonso e il giovane Hamilton compagni all'epoca in una McLaren che non c'è più. Dunque, prepariamo a un Gp batticuore, ad alta tensione, alta velocità e alte incertezze. In qualifica Kimi ha infatti realizzato il giro più veloce di sempre in F1, media 263,599 km/h (il precedente apparteneva a un altro ferrarista, Barrichello, 260,395 km/h, anno 2004) e ha infranto anche il record non ufficiale di Montoya, su McLaren, ottenuto nei test F1 del 2005 alla media di 262,242. E permane l'incognita meteo che, pure ieri, con una pioggerellina a mezzora dall'inizio delle qualifiche aveva fatto tremare i ferraristi visto che sia a Budapest che a Spa Giove Pluvio aveva riservato sorprese. Oggi dovrebbe essere asciutto, ma le nuvolette ci saranno. Per cui...

Cielo scuro come l'umore di Sebastiano. Che ha commesso errori nel giro buono dopo essere uscito davanti al compagno per via dell'alternanza nel regalarsi la scia, una volta io e una volta tu è la regola. Per questo ha centrato la pole prima lui, per questo Kimi un respiro dopo gliel'ha tolta, per questo Sebastiano ha urlato felice «yes!!!» credendo di essere in vetta al mondo, per questo il suo ingegnere gli ha detto alla radio «sei secondo, non primo», per questo lui ha poi sbottato secco «ne parleremo dopo...». E per questo, forse, il talento imperfetto dell'uomo di punta per il mondiale ferrarista andrebbe cullato un po' di più.

Magari raccontando favole diverse.

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