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La Ferrari va a marcia indietro

Kimi 5°, Vettel 6°. Seb: "Abbiamo sbagliato". Massa 3° e di nuovo davanti al compagno Bottas che piace alla Rossa

La Ferrari va a marcia indietro

Venti pole di fila per la Mercedes, la nona dell'anno su nove Gran premi, la quinta doppietta consecutiva, pole numero 46 di Hamilton davanti a Rosberg, accenni vistosi di depressione ferrarista, le prime critiche di Seb Vettel rivolte alla macchina, il suo primo garbato porca Eva visto che questo è il soprannome che ha scelto per la Rossa. E poi e ancora: Raikkonen sotto esame e quinto e muto davanti a Seb sesto che prima dà la colpa a Massa «mi ha ostacolato» e poi a se stesso e al team «abbiamo sbagliato entrambi (bilanciamento e un cordolo preso male che ha danneggiato il fondo)» regalandosi infine una faccia dall'espressione stranamente asturiana. E poi: Arrivabene meno tonico del solito che dice «siamo lenti» e però sa, capisce e sente che se il colpo di reni non arriva subito gli toccherà per la prima volta mettere agli atti che la Rossa ha davvero ingranato la retromarcia.

Perché i gettoni usati non hanno reso come speravano a Maranello, perché dopo l'Austria il boss ferrarista aveva lasciato intendere che la scelta delle gomme fatta dalla Pirelli per Silverstone, medie e dure, non era il massimo per il Cavallino, perché Raikkonen ora dice «soffriamo il vento».

E però va mica bene se la macchina patisce persino il meteo mentre le Mercedes dopo gli aggiornamenti canadesi hanno allungato e, con loro, chi usa i motori tedeschi: vedi le due Williams di sir Frank, seconda fila, non accadeva da 13 anni che le monoposto britanniche occupassero insieme posti tanto in alto.

La situazione dalle parti di Maranello è complicata davvero. Poi, certo, oggi il passo gara, il ritmo, le strategie, magari i sistemi avvita e svita gomme che tanti problemi hanno fin qui dato finalmente riveduti e corretti, magari tutto questo permetterà a ferraristi di fare cose buone e giuste. Però saranno cose buone e giuste che sapranno di vittoria solo per volontà altrui: cioè se Hamilton e Rosberg combineranno qualche sciocchezza suicida o se altrettanto faranno i loro uomini al box. Altrimenti non ci sarà storia.

Un sabato di Silverstone impietoso anche per altre ragioni. Perché i quattro motori quattro targati Mercedes là davanti dicono quel che già si sapeva riguardo al divario tecnico, ma dicono molto anche sulle scelte umane prossime e venture della Rossa. Perché la seconda fila occupata dalle Williams-Mercedes è occupato anche da Felipe Massa e Valtteri Bottas. Con il finnico che pare, sembra, si dice sia in procinto di passare alla Ferrari. In questi giorni su di lui si è infatti detto e scritto e letto di tutto: quindici milioni di euro per strapparlo a Sir Frank, rompendo il contratto prima della scadenza; 3 milioni il suo attuale ingaggio che non dovrebbe cambiare a Maranello; Toto Wolff capo Mercedes e socio Williams e manager personale del ragazzo che già gongola all'idea e alla faccia di sospetti e conflitti d'interesse. Il tutto con Bottas che dice le solite cose che dicono quelli molto vicini al soglio maranelliano, con Hulkenberg che si prepara mestamente a ricevere l'ennesima porta in faccia nonostante Le Mans appena vinta perché due tedeschi in squadra non fanno molto marketing; e, infine, con i soliti giovani italiani che invecchieranno facendo i tester per la Ferrari.

Solo che poi ripensi ai nomi della seconda fila, guardi Massa davanti a Bottas, pensi che anche due settimane fa in qualifica e in gara era finita così, e allora delle due l'una: o Felipe mandato via dalla Ferrari è un fenomeno incompreso; o Bottas vale un Massa a fine carriera.

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