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Fioccano gol da un 10 all'altro Tevez bomber come Del Piero

Alex è stato l'ultimo capocannoniere della Juve: Carlitos lo insegue. L'Apache ha segnato nei grandi stadi: manca la Scala di San Siro

Torino. Da un numero dieci all'altro. Da Alessandro Del Piero a Carlos Tevez. Il passaggio di consegne relativo al numero di maglia da indossare c'è stato la scorsa estate: di qui a pochi mesi il prossimo potrebbe invece riguardare il trono di re del gol. Pinturicchio fece meglio di tutti nel 2007/08, nono juventino di sempre a riuscirci: l'Apache, arrivato a quota 14 segnando domenica scorsa il suo primo gol nel derby, è sulla buona strada per fare altrettanto avendo appaiato Giuseppe Rossi (purtroppo fermo ai box) e potendo in pratica contare sullo status di intoccabile visto il rendimento offerto finora.

In sintesi: nonostante quello al Toro sia stato solo il primo gol dell'argentino nel 2014, la sua media realizzativa parla di una rete ogni 134', certo non male per uno che non è una prima punta e il cui fatturato non si può certo pesare solo con le volte in cui butta la palla dentro. Alla Juve in effetti se la passa bene, il ragazzo cresciuto a Fuerte Apache che in settimana ha anche celebrato la nascita del terzogenito Lito Junior: per trovare un percorso analogo bisogna infatti tornare indietro agli anni d'oro di Manchester, quando di reti ne aveva realizzate 23 in 35 partite con lo United (2009/2010), bissando poi il bottino nella stagione successiva con la maglia del City (20 in 31 presenze).

Stasera a San Siro Tevez - che quando vestiva la maglia del Boca Juniors ha vinto la Coppa Intercontinentale proprio contro il Milan - vivrà un'altra serata dalle grandi emozioni. Un eventuale gol, magari con vittoria, sarebbe ovviamente dedicato all'erede e farebbe felice l'intero popolo bianconero che si aspetta la solita forza trascinatrice, quella inseguita per mesi anche da Galliani, sulle sue tracce fin dagli inizi del 2012 quando Carlitos, in rottura con Mancini, viene messo sul mercato dai citizens: l'Apache come sostituto ideale di Pato, all'epoca vicino al Psg. Poi non se ne fece nulla, rimandando il tutto all'estate ma, anche in quel caso, senza la fumata bianca.

Si arriva così al giugno scorso, con il Milan quasi certo di essere sulla strada buona salvo poi essere superato da Marotta & C.: brava la Juve, Diavolo beffato e il resto è storia nota e recente.

Al Meazza, peraltro, Tevez non aveva mai giocato prima di affrontare l'Inter lo scorso 14 settembre e rimane quindi tuttora da riempire la casella reti alla Scala del calcio: per uno che in carriera ha segnato al Maracanà di Rio de Janeiro, al Camp Nou di Barcellona, a Stamford Bridge di Londra, al Monumental di Buenos Aires, ad Anfield, all'Olimpico di Roma, a Old Trafford e via di questo passo sarebbe quasi un atto dovuto.

Al trono di capocannoniere ci sarà poi da pensare più avanti, magari dopo avere messo lo scudetto in ghiaccio: certo però che i «Magnifici Nove» bianconeri re del gol vantano tutti quattro quarti di nobiltà calcistica e Tevez non sarebbe da meno.

Vale insomma la pena provarci davvero senza accontentarsi, come certo non si accontenterà la Juve stasera: al fianco dell'Apache ci sarà Llorente, al posto dello squalificato Vidal il Principino Marchisio e invece di Chiellini (comunque convocato, ma difficilmente schierato) il buon Caceres, preferito ancora a Ogbonna. Tra i convocati pure Asamoah, in dubbio dopo un guaio muscolare: non dovesse farcela, fascia sinistra a Peluso.

Con brividi annessi.

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