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Fognini, mezzogiorno di ordinaria follia Ma anche il tennis vuole fare una pazzia

L'azzurro ko agli Internazionali con il peggio del suo repertorio

Fognini, mezzogiorno di ordinaria follia Ma anche il tennis vuole fare una pazzia

Roma - E alla fine è rispuntato Fabio Fognini, quello più conosciuto che spende gli ultimi spiccioli di prepaternità con un'esibizione delle sue.

In questo pazzo pazzo tennis insomma gli Internazionali perdono l'ultimo italiano, corso subito a Barcellona dalla sua Flavia per assistere al parto del primogenito non prima di aver messo in fila un po' del suo repertorio: la sconfitta con il futuro numero 1 (lo pensano tutti) Sasha Zverev con un doppio 6-3 è stata condita da urlacci, racchette sbattute, un «fucking arrogant» al giudice di sedia colpevole - secondo Fabio - di aver sbagliato l'ultima chiamata (e non era vero). Più una polemica in sala stampa contro gli organizzatori: «Avrei voluto giocare di sera, invece mi hanno messo alle 12 sotto il sole e con il campo veloce che favoriva Zverev. Doveva essere diverso, ma tanto qui promettono e poi fanno sempre il contrario». Dunque - ha detto qualcuno scherzando - un vero e proprio «mezzogiorno di Fogna», che se ne va sbattendo la porta dopo la serata di gala di martedì contro Murray («Ma adesso ho la mia partita più bella», l'unico suo sorriso). E l'impressione è che è così che lo dobbiamo prendere: a giorni alterni, confuso e felice.

Com'è d'altronde un po' confuso il tennis che sperimenterà nuove regole alle finali Atp dei Next Gen (gli under 21 in pratica) in programma a novembre a Milano. Robe tipo match ai 5 set che arrivano a 4 punti, tie break sul 3-3, abolizione dei vantaggi sul 40-40 con un punto decisivo, net valido anche sul servizio, aiuto dei coach finora proibitissimo e - udite, udite - spettatori che vanno e vengono sui lati del campo durante il gioco, neanche fossimo ad una fiera con tanto di palloncini colorati. Dice Djokovic (che ieri ha battuto Bautista Agut): «Alcune cose possono essere interessanti, ma non bisogna stravolgere troppo la tradizione del gioco. Ho fatto esibizioni con regole come queste e alcune mi hanno dato fastidio».

L'Atp assicura che il tutto è fatto per cercare di migliorare l'appetibilità del gioco per tifosi e tv, aumentando i momenti decisivi e diminuendo i tempi di gioco. Eppure poi aggiunge che è primario l'interesse per sponsor e «stakeholders», ovvero gli azionisti. E quindi: va bene che il tennis è (anche) business e vive un periodo di stanca. Ma buttarla in caciara..

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