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La Force India batte la Rossa. Ferrari sempre più agitata

Vince Hamilton grazie al caos bibitaro con Ricciardo. Vettel 4° dietro gli indiani. Arrivabene: "Se adesso il problema è la Red Bull, allora meglio andare a casa..."

La Force India batte la Rossa. Ferrari sempre più agitata

nostro inviato a Monte Carlo

Il motore arrosto di Kimi in Australia quand'era terzo e l'incidente di Alonso che tarpa il volo di Vettel quand'era primo. Ancora. Il motore rotto di Vettel nel giro di formazione in Bahrein e l'autoscontro fra compagni di rosso vestiti in Cina e il doppio tamponamento subito da Seb ad opera di Kvyat nella sua madre Russia. Ancora. Le libere monstre di Vettel a Barcellona e la qualifica dietrofront del sabato pomeriggio. Ancora. Le libere super di Vettel nel mattino di Monte Carlo e la qualifica gambero al pomeriggio. Ancora. Team e pilota che qui, a fine gara, spiegano e si prendono colpe e però dicono «certo che dietro Massa abbiamo perso una vita e il podio...». Ancora. Kimi che dopo 15 anni ha scoperto che al Monte c'è quel tornantino che non smette mai di girare e ci è andato contro.

Ancora? Per adesso no. Magari in Canada, fra due settimane, a Montreal, pista storicamente amica della Rossa. Quanto al Monte, poca roba: partenza sotto la pioggia e con safety car per sette giri e vittoria di Hamilton perché Rosberg aveva guai ai freni e, soprattutto, in Red Bull avevano deciso di far smettere di ridere Ricciardo. E campionato mezzo riaperto ma solo per grazia ricevuta dal team bibitaro che ha richiamato ai box l'australiano cincischiando sulle gomme e alla fine lo ha lasciato per dieci secondi di troppo sui treppiedi senza scarpe. Opplà, Hamilton l'ha passato e gara finita.

Questo gli altri. Quanto alla Rossa, solo quarta con Vettel finito dietro alla Force India di Perez, sta invece raschiando il barile. Il team principal Arrivabene, solitamente avaro di annunci «per non creare aspettative...», stavolta dice «in Canada porteremo delle cose e vedremo una macchina un po' diversa». Di più: quando gli fanno notare che da due Gp deve rincorrere anche la Red Bull, butta lì «se il problema è diventato la Red Bull meglio andare a casa o che non mi presenti neppure in Canada». Sa di battuta ma non abbastanza. Per cui, scusi Arrivabene, se Ricciardo o Verstappen dovessero poi vincere a Montreal, vorrebbe dire che lei se ne va? «L'ho detta nel senso che noi dobbiamo puntare sempre al massimo...». Oddio, al momento la Red Bull sembra il massimo.

Insomma, è il segno di un'agitazione che monta. La stagione che doveva essere della rivincita ferrarista si sta rivelando quella delle contraddizioni ferrariste. Una macchina pessima a inizio libere, molto buona a fine libere, pessima in qualifica, molto ma molto buona in gara. Sembra di essere su scherzi a parte. Tanto più che l'accompagna una miscellanea di affanni e sfighe da guinness e però rivelatrice di quanto la Rossa sia arrivata con fiato corto a questo campionato. Il presidente Marchionne aveva chiesto vittorie fin dalla prima gara e loro hanno premuto sull'acceleratore dell'affidabilità e del borderline. Nel senso che la macchina è tirata al massimo ma qualsiasi minima cosetta può metterla in difficoltà. Si potrebbe dire estrema in tutto tranne che nelle furbate. Infatti si sta aprendo il capitolo pressione gomme. Tutti i top team hanno trovato un barbatrucco tecnico per regolarle al meglio durante la gara (cioè abbassarle) per avere più aderenza, più grip e più tutto. Un po' meno di sicurezza, però. Ora Maranello fa capire che gradirebbe controlli e chiarezza in materia. Ma la sensazione forte è che faccia così perché il suo barbatrucco funziona meno bene di quello degli altri. Ieri Arrivabene non ha avuto problemi nel confermare che «sarebbe gradito se la Fia trovasse finalmente un modo per misurare il livello della pressione durante la gara e non solo al via e ai pit... Ma è complicato. Siamo di fronte a una specie di gol non gol...

Però nel calcio, poi, con la tecnologia giusta, hanno risolto il problema».

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