Sport

La Formula 1 fa bene alla Ferrari in Borsa e si spera anche in pista

Domani in Australia il via alla stagione mentre il titolo del Cavallino accelera

La Formula 1 fa bene alla Ferrari in Borsa e si spera anche in pista

Alla vigilia del semaforo verde al primo Gran premio della nuova stagione di Formula 1, a Melbourne, Ferrari un importante risultato lo ha già portata a casa. Il titolo Race è in piena accelerazione. Ieri, alla Borsa di Milano, le azioni del Cavallino rampante hanno raggiunto quota 67 euro, per poi chiudere a 66,10 euro. L'ottimismo palesato dal presidente e ad Sergio Marchionne, e i riscontri nei test delle scorse settimane hanno sicuramente portato linfa alle azioni della Rossa. Per Ferrari, del resto, vincere in F1 giova sicuramente all'immagine e fa crescere, agli appassionati, la voglia di possederne una. Più scettici sul rapporto tra F1 e azioni sono invece gli analisti, i quali guardano più ai bilanci che alle bandiere a scacchi.

E sempre parlando di F1 c'è chi mette in relazione l'exploit di Ferrari in Borsa anche all'avvicinarsi dell'ingresso di Maranello in Liberty Media Corporation, la società che gestisce il Mondiale che parte dall'Australia. Le discussioni sono in corso, e Marchionne non lo ha mai negato. Al Cavallino rampante l'interesse per una quota di Liberty Media è legato al fatto di essere coinvolto nella gestione del Circus. Ma alla parte più «tifosa» del mercato, il fatto che Maranello possa intervenire nelle scelte di Media Liberty, cercando di portare acqua al proprio mulino, non dispiace affatto. A completare il mosaico, poi, ci sarebbe l'interesse di molti investitori istituzionali «cassettisti», come i fondi pensione, la cui strategia è basata sull'investimento nel lungo periodo. E non è da dimenticare l'aspetto industriale insieme agli sviluppi della gamma.

«Il balzo borsistico di Ferrari nel 2017 - spiega Roberto Russo, ad di Assiteca Sim - non deve destare troppa meraviglia; infatti, lo scorso anno la Casa di Maranello ha incrementato le consegne e i margini in tutte le principali aree geografiche, raggiungendo le 8.000 vetture vendute nel mondo anche grazie al rinnovamento della gamma. Il presidente Marchionne sta seriamente studiando il progetto di riportare sul mercato una vettura a 6 cilindri, erede della mitica Dino tanto cara al Drake, che potrebbe ampliare verso il basso la gamma Ferrari che oggi vede come entry level la California, spinta dall'8 cilindri, al prezzo di circa 185mila euro. A quel punto - continua Russo - il target di 10.000 consegne sarebbe rapidamente raggiungibile e, di conseguenza, anche il titolo azionario potrebbe raggiungere, in deciso anticipo sulle previsioni, gli ambiziosi livelli di prezzo previsti da numerosi analisti». Novità di questi giorni, oltre alla 812 Superfast, la Ferrari più potente mai prodotta, c'è la nuova GTC4Lusso T con motore V8, in pratica il modello che soddisfa chi cerca la supercar del Cavallino con quattro posti, anche senza la trazione integrale come nella sorella maggiore GTC4Lusso V12, per un utilizzo soprattutto urbano.

E se diamo una sbirciata all'andamento dei titoli del lusso, settore dove Marchionne vuole collocare Ferrari, si vede come negli ultimi tre mesi le azioni Race siano cresciute del 17,89%, davanti ai gruppi Lvmh (+12,63%) e Hermès (+11,56%), «due aziende - le parole recenti del presidente - il cui valore di Borsa non è più in proporzione al fatturato che producono, ma è immensamente superiore a causa del fatto di essere un marchio che opera nel settore del lusso».

Intanto, in attesa del Gran premio d'Australia, all'Albert Park di Melbourne, la F1 riparte con Mercedes nuovamente nel ruolo di preda. A dominare le prove libere del venerdì è stato il solito Lewis Hamilton, vincitore di entrambe le sessioni. Ferrari seconda con Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen quarto.

Ma a contare è la gara di domenica.

Commenti