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Per fortuna un Cristiano ha preso per mano questa Signora confusa

Gli olandesi giocano da squadra, i bianconeri aspettano l'invenzione dell'uomo da Champions

Per fortuna un Cristiano ha preso per mano questa Signora confusa

Lui c'è, lui è indispensabile. Ma gli altri? Perché Cristiano Ronaldo è stato ingaggiato per questo, per la Champions League, per fare la differenza, per sbucare nelle partite importanti come sbuca in mezzo all'area in occasione del gol che porta in vantaggio la Juventus. Prezioso Cancelo nell'assist, una palombella portoghese, morbida e invitante, pernicioso e supponente quando regala il pallone a Neres che diventa il pallone del pareggio, un pugno allo stomaco che non è neanche finito il primo minuto della ripresa. Un gol all'ultimo secondo del primo tempo toglie fiducia all'Ajax, un gol al primo minuto del secondo tempo ridà speranza ai giovani Lancieri.

Ronaldo è un uomo solo al comando. Ha lavorato per quindici giorni in silenzio, ha fatto venire il fiatone alla Juventus, ai suoi tifosi. Torna ad Amsterdam, torna al ritorno a Torino. Chissà. Ecco qua, CR7 c'è, gioca, lo annuncia Massimiliano Allegri alla vigilia, non c'è stata la sosta, non c'è stato l'infortunio, sembra che stia giocando ancora contro l'Atletico Madrid, seppellito da due gol di testa e da un rigore impeccabile.

Ronaldo riprende di testa, al primo pallone giusto, al primo assist. È gol, è discesa. Poi l'errore di Cancelo, l'amico. E la partita cambia. Ronaldo diventa ancora più solo. Nessuno con lui. Mandzukic sembra l'ombra del solito gladiatore, è svogliato, abulico, non prende un pallone di testa. È pigro. Bernardeschi si batte, fa qualche dribbling, ma non trova la strada, non raggiunge Ronaldo come a Torino. Douglas Costa punta la porta come un setter ma non è la stagione della caccia. Quando alla fine ha un lampo dei suoi colpisce il palo. Pure sfortunato. Dybala ha lo sguardo imbronciato, la faccina di quello che vorrebbe di più, da sé, da Allegri, dalla vita in genere.

È una serata fredda. La primavera di Amsterdam è solo in campo, è solo tra i piedi e nelle menti di questi ragazzi che interpretano il calcio con spirito antico e quindi moderno. Ronaldo si muove in mezzo a loro con l'esperienza, la storia, la potenza del suo curriculum. L'Ajax è una squadra, Ronaldo si muove praticamente da solo, in quei venticinque minuti del secondo tempo in cui ci sono solo loro, lancia in resta. La Juventus gioca singolarmente, troppo, in attesa della giocata, in attesa di Ronaldo. Ma anche lui ha bisogno di qualcosa in più, di un atteggiamento più propositivo, di qualcosa, di qualcuno che lo strappi dalla sua solitudine. Ha aspettato per quarantacinque minuti una palla giusta, spera che si ripresenti nel secondo tempo, anche nel recupero. E Cancelo ci riprova, ma il pallone, basso questa volta, viene artigliato dal portiere dell'Ajax.

Finisce 1-1, che è un buon risultato, che avvantaggia la Juventus, ma non è finita. A Torino ci sarà bisogno di Ronaldo, di lui, caro lei.

Ma anche di tutti gli altri.

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