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Di Francesco carica la Roma: "Non siamo qui per caso..."

Dopo il Barçellona, i giallorossi vogliono sorprendere anche i Reds. E trovano uno sponsor dopo 5 anni

Di Francesco carica la Roma: "Non siamo  qui per caso..."

nostro inviato a Liverpool

In barba alla superstizione, la Roma ha scelto un hotel di nome Titanic come quartier generale a Liverpool. Altri tempi quando i giallorossi nella terra d'Albione si impantanavano o rimediavano figuracce storiche, come quella di undici anni fa a Manchester, 60 miglia da qui. Altri tempi quando all'Olimpico la Roma lasciava la coppa dei Campioni ai Reds nella notte amara di 34 anni fa. Oggi l'aria che tira, con una squadra giallorossa che ha saputo stupire in campo continentale, è ben diversa.

Nella città dei Beatles, l'orchestrina di Di Francesco dovrà suonare lo spartito giusto sul ponte di Anfield Road: vietato concedersi stonature, con la nave giallorossa che dovrà evitare sbandamenti pericolosi. La missione sembra possibile perchè lo scenario europeo della Roma è più roseo. Un misto di ambizione e sana follia, ma anche di sagacia tattica, vedi il modulo con cui Di Francesco ha messo il bavaglio a Messi e compagni. «Ma stavolta sarà un'altra gara, il Liverpool (che manca dalla semifinale dal 2007, ndr) è una squadra differente rispetto al Barcellona per ritmo e intensità - ammonisce il tecnico della Roma, che sembra come un bambino al luna park quando effettua la canonica passeggiata sul campo di Anfield pensando magari a un futuro con lo stadio di proprietà e il pubblico che alita alle spalle -. Quella di Klopp, delle semifinaliste, è la formazione che ha la maggiore capacità di verticalizzare quando recupera il pallone. Se mi piacerebbe allenare in Premier? In futuro chissà... Nella vita mai dire mai, ma se Klopp in italiano sa dire solo la parola spaghetti, io conosco in inglese solo il termine hamburger...».

Tra Liverpool e Roma, con tanti giocatori mai a questi livelli in Champions, c'è ancora distanza nel fatturato - duecento milioni di differenza nei bilanci 2016-17 - anche se ieri Pallotta, che per superstizione potrebbe invece seguire la gara da Londra, ha chiuso un contratto supermilionario con Qatar Airways (partner anche del Barcellona). Dopo quasi cinque anni, tornerà uno sponsor sulle maglie e nelle casse giallorosse entreranno circa 40 milioni per tre stagioni. La notte insperata di Champions sarà il palcoscenico ideale per sfoggiare il nuovo marchio che farà alzare l'asticella pure fuori dal campo.

«Non siamo qui per caso», sottolinea Di Francesco. Che vuole una prova ancora più di squadra e nega con un mezzo sorriso che la Roma abbia preparato una partita su Salah. L'ex atteso e più volte evocato dal gruppo in questi giorni di avvicinamento alla sfida. «Non siamo qui per caso», aveva detto anche Klopp, il valore aggiunto degli inglesi secondo Francesco Totti («ha fatto crescere ancora Salah, è tra i primi 5 allenatori al mondo», così l'ex capitano giallorosso all'emittente di casa Reds). «Tutti e due abbiamo barba e occhiali e sono contento di affrontare un tecnico del quale mi piace la mentalità di gioco», dice ancora Di Francesco. Contento di essere qui e ambizioso al punto da voler arrivare ancora più in alto, come capitò a Nils Liedholm nel 1984. Duemilacinquecento tifosi a spingere De Rossi e compagni ad Anfield, quasi 70mila tra una settimana all'Olimpico. La Roma ci crede, non pensa al fatto che ha vinto solo una delle ultime 16 trasferte in Inghilterra (per altro proprio in casa del Liverpool nel 2001). Il trio Salah, Firmino, Manè, 25 gol in tre in Champions fa paura. Un po' meno la difesa con Dzeko (tre reti in carriera ai Reds) che vuole regalarsi un'altra notte di gloria. «La Roma è più tecnica, il Liverpool più veloce, il match di Anfield sarà il più importante», così la vecchia gloria Gerrard. Il totem che come Totti è passato alla scrivania e non vive questo momento storico dei Reds. Anche questo è un segno dei tempi..

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