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Garcia, a Catania il flop del grande comunicatore

"Abbiamo sbagliato tutto, ma non a dire che il campionato era chiuso". E Totti lo spalleggia: "La squadra ha mollato, ci rifaremo contro la Juve"

Garcia, a Catania il flop del grande comunicatore

A Rudi Garcia abbiamo sempre riconosciuto doti di grande comunicatore, ma stavolta ha fatto flop. E così ha di fatto condannato la Roma a una vera figuraccia contro l'ultima in classifica. Intendiamoci: che il campionato fosse ormai all'epilogo per la corsa scudetto, lo sapevano anche i sassi. Ma alzare bandiera bianca ancora prima che la matematica assegnasse il titolo alla Juve ha reso la trasferta siciliana nient'altro che una vacanza. Tanto che la squadra non ha proprio giocato al Massimino - campo dove i giallorossi lasciarono lo scudetto del 2008 all'Inter - subendo un poker di gol che nemmeno i bianconeri erano stati in grado di infliggere loro. Umiliante poi è consegnare il titolo ai rivali senza neanche farli scendere in campo, soprattutto per chi ha a lungo inseguito un sogno e tenuto sulla corda la squadra di Conte. Se poi ripensiamo alle parole di Garcia sull'impegno messo in campo dalle avversarie della Juve che avevano suscitato la reazione piccata del collega (ieri nessun messaggio di pace), non ci saremmo aspettati una così brutta prestazione.

Peccato, perchè la pagina scritta a Catania, campo dove continua il tabù dei giallorossi (la vittoria manca da 44 anni) rischia di gettare una piccolissima ombra sulla splendida annata: record di punti, record di successi, un progetto americano finalmente decollato dopo due anni di difficile gestazione. Se vogliamo guardare al capello, c'era ancora la possibilità di migliorare o quanto meno uguagliare il record di reti subite in una stagione (20), ipotesi vanficata dal primo poker subito dalla Roma lontano dall'Olimpico dopo sedici mesi (l'ultima volta nel giorno dell'Epifania 2013 a Napoli, anche allora finì 4-1). Ma la piazza di Roma è così: se molli un istante, vai incontro a figure come quella vista ieri. Di sicuro Garcia avrà imparato la lezione.

Anche se il condottiero di Nemours, nella pancia del Massimino, recita il mea culpa, ma non per il messaggio inviato alla vigilia a squadra e ambiente. «Abbiamo sbagliato quasi tutto, io e i giocatori, ma non ho sbagliato a dire che il campionato era chiuso. E che non mi aspettavo una Roma così...», così Garcia che si dice più stupito che preoccupato. «Abbiamo mollato, nessuna responsabilità per le parole dell'allenatore», gli fa scudo capitan Totti. «Ora mi aspetto una grande reazione domenica e stavolta non dovremo sbagliare», prosegue il francese a proposito della sfida con i tre volte tricolori, svuotata da interessi di classifica ma sicuramente avvincente per la rivincita morale che i giallorossi vorranno prendersi specie dopo i tre schiaffoni subiti allo Juventus Stadium all'Epifania.

Sarebbe quasi da usare il vecchio adagio: clamoroso al Cibali. Ma la differenza nella partita di ieri l'hanno fatta voglia e motivazioni. Altissime quelle del Catania che, quasi spacciato, si rimette in corsa per la salvezza, complici le sconfitte di Chievo e Livorno. Quasi nulle quelle della Roma con una difesa incerottata e una condizione mentale inadatta alla sfida. Per di più Garcia cambia atteggiamento tattico iniziale e lascia Gervinho in panchina, evento più unico che raro in stagione, per garantire alla squadra una maggiore copertura difensiva. Izco sigla il break iniziale che fa calare il sipario sul match dopo poco più di mezz'ora, unico acuto giallorosso di Totti che segna - in un'azione forse viziata da un fuorigioco di Florenzi - il suo primo gol in carriera al Catania (235° in A). «Domenica con la Juve sarà una superpartita per far vedere che loro non sono più forti di noi», il messaggio del capitano giallorosso. Che poi si regala un siparietto in tv con l'amico Buffon, più giovane di due anni: «Complimenti Gigi, ma sembri più vecchio tu...

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