Sport

Garcia: "Io stupido? No, solo superbo..."

Il tecnico della Roma: "All'andata volevo motivare i ragazzi". Quello della Juve: "Partita non fondamentale per il campionato

Garcia: "Io stupido? No, solo superbo..."

Roma - Quella frase sullo scudetto sicuro, rivelatasi un boomerang sulla stagione romanista? «Un peccato di superbia, ma non certo la frase di uno stupido». Da tempo Rudi Garcia e i dirigenti giallorossi hanno fatto una sorta di inversione a U sull'obiettivo stagionale, ecco che il tecnico francese alla vigilia della sfida con la Juve desideri vedere «una squadra che esca dal campo a testa alta». Più realista del re, l'allenatore della Roma tiene un profilo basso, visti i nove punti di svantaggio che hanno reso la partita dell'Olimpico solo una tappa che non metta la parola fine al torneo. «Non c'è altro da dire se non che la Juve è la squadra più forte del campionato - taglia corto Garcia -. Non penso poi che verrà all'Olimpico per pareggiare, diciamo che saremo in due a voler vincere».

Inevitabile però riparlare del proclama arrivato nella pancia dello Stadium di Torino dopo i «veleni» della partita e ancora qualche giorno più tardi, proclama che aveva illuso la piazza di fede giallorossa. Garcia si rivela abile a smarcarsi da quel vaticinio che gli si è ritorto contro: «Se ridirei quella frase? Forse c'è una divinità misteriosa che ha voluto punirmi di questo peccato, se peccato ho commesso, di superbia. Anche se non era una cosa detta da uno stupido che non riflette e dice cose campate per aria. Se ho commesso questo peccato, era per mantenere la motivazione e l'ambizione al massimo e per combattere soprattutto un ambiente di pessimismo ossessivo, che diceva "possiamo fare qualsiasi cosa e non vinceremo mai"». La frase citata era di capitan Totti, chissà se il riferimento indiretto del francese era proprio per il capitano.

Garcia si allinea anche al pensiero del patron Pallotta: niente vendette o rivincite sulla partita di andata. «Non serve a niente affrontare la partita con questo stato d'animo - così l'allenatore della Roma -. Vogliamo tornare a vincere in campionato e all'Olimpico (dove il successo manca ai giallorossi da oltre tre mesi, ndr ) e non ci sarà altro obiettivo che prendere i tre punti, pensando che nei nostri piedi abbiamo solo il destino che riguarda il secondo posto. Sono sicuro che i ragazzi daranno tutto in campo, a fine partita vogliamo uscire a testa alta. Quindi dobbiamo fare una gara di altissimo livello, con meno errori possibili, sulla scia di quanto fatto a Rotterdam col Feyenoord. Non basterà la voglia, bisognerà usare anche la testa».

Nei due Roma-Juve giocati alla 25ª giornata, i giallorossi hanno sempre vinto e nelle ultime due sfide di questo campionato disputate dai bianconeri in trasferta, sono arrivati solo pareggi. La cabala parla a favore della truppa di Garcia, che più che a stasera guarda al futuro: «L'obiettivo non è solo vedere la Roma al centro del villaggio, ma vederla al centro dell'Italia. Il destino della squadra è vincere, stiamo costruendo un futuro in cui si lotterà ogni anno per lo scudetto e speriamo un giorno anche per la Champions. E noi dobbiamo mostrarci all'altezza di questo destino. Vogliamo un bel futuro».

Passando possibilmente da un presente in cui allungare ancora un po' questo torneo.

Commenti