Sport

Garcia non è uomo da Champions e ora rischia

Numeri impietosi: 20 partite e 3 vittorie, una sola con la Roma

Garcia non è uomo da Champions e ora rischia

Una squadra sbagliata, l'approccio molle, il solito, insopportabile Iturbe. E la maledizione di Garcia, quella che inchioda i giallorossi. Come d'incanto, alla seconda partita di Champions il cielo della capitale si fa grigio tenebra. Regolare, come si dice da queste parti. E non è solo una contingenza stagionale o una sfumatura infelice della maglietta. Garcia era stato netto: la partita di Borisov si vince, punto. Come no, la centesima sulla panchina della Roma si è trasformata in un incubo che complica maledettamente la strada nel girone E di Champions. Dopo due giornate i giallorossi (De Rossi e società sportiva deferiti dopo il dito medio alzato nel derby vinto la scorsa stagione...) sono ultimi con un punto in due gare e si trovano a recuperare due lunghezze dalla mina bielorussa. La Roma è già spalle al muro. Sui social i tifosi hanno lanciato l'hashtag #GarciaVattene e anche in società qualcuno si domanda se sia giusto proseguire con Rudi. Il ds Sabatini, l'unico che ancora crede in uno come Manuel Iturbe, dovrebbe cominciare a preoccuparsi seriamente.

Povero Garcia, da messia rubacuori (a Roma si è pure fidanzato) a francese farlocco. Neanche più i giocatori riesce a gestire. Secondo lui la Roma col Bate meritava il pari. Secondo Florenzi no. Delle due l'una: o Garcia è semplicemente uno sfigato (e allora urge l'amuleto) o come allenatore non è pronto per la Champions League. Di solito parte bene e finisce male. A dirlo sono i numeri: in 20 partite da allenatore solo tre vittorie (una sola con la Roma), sei pareggi e ben 11 sconfitte. E così il tecnico giallorosso da ieri è finito nel tritacarne mediatico. I capipopolo radiofonici chiedono la cacciata e l'arrivo di Carletto Ancelotti. L'analisi generale è impietosa. Gli infortuni possono essere pure un alibi, ma Garcia ha toppato la formazione titolare ed è corso ai ripari troppo tardi, come ha ammesso al termine del match. Ora dovrà rispondere alle domande della società per spiegare un avvio di stagione diverso dalle aspettative. Martedì Pjanic, Gervinho e Falque sono stati gli unici a salvarsi, mentre i peggiori - oltre all'abbonato Iturbe - sono stati tanti, troppi. E poi c'è il giallo di Iago Falque: l'ottimo spagnolo prima neanche viene convocato e poi entra come primo cambio per dare la svolta. Come direbbe il tifoso Antonello Venditti, ci vorrebbe un amico. Per dimenticare.

Magari un altro Carpi.

Commenti