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Gattuso, c'è il rinnovo. "Ora il Milan in alto"

Firma fino al 2021 a 2 milioni l'anno. La dirigenza: "Di talento e di successo"

Gattuso, c'è il rinnovo. "Ora il Milan in alto"

«Senza Fassone e Mirabelli non sarei qui». Rino Gattuso, che non ha mai raccontato favole, ha il dono dell'essenziale. Senza Fassone e Mirabelli, certo, e col contributo di Icardi che gli ha evitato un derby amarissimo, non si sarebbe presentato sorridente alla firma del contratto nuovo di zecca (fino al 2021) e con uno stipendio in linea con gli altri colleghi (2 milioni di euro netti, il precedente era da 125 mila). «In pochissimo tempo s'è dimostrato allenatore di talento e di successo» il riconoscimento pubblico dell'ad rossonero. Nessuno, forse nemmeno Fassone, immaginava cinque mesi fa, a novembre, che Rino sarebbe riuscito nell'impresa di risollevare le sorti di una stagione che sembrava fallimentare, riportare in quota la squadra, macinare risultati, battezzare un sistema di gioco con 11-13 titolarissimi, guadagnare la finale di coppa Italia e rivalutare la rosa e il mercato estivo da 230 milioni dati per persi, da rottamare insomma. «Sento tutta la pressione, non faccio promesse, so che sarà un lavoro duro per riportare il Milan dove merita la sua storia» l'altra frase di Rino che è molto impegnativa solo se si passasse in rassegna la sala dei trofei custoditi in via Aldo Rossi.

«Questo sarà il Milan di Rino» l'imprimatur del ds Mirabelli che deve proprio a Gattuso una parziale riabilitazione dopo quel mercato che non ha dato, era Montella, i frutti e i risultati attesi e che pesava sulle sue spalle come un macigno.

Come si può capire dalla scadenza triennale del contratto, la scelta di Gattuso non è stata semplice e scontata riconoscenza. È convinta, persino ambiziosa ed è documentata da alcuni fatti incontestabili. Gattuso ha rimesso benzina nel motore del gruppo lavorando sodo tutti i giorni a Milanello, anche quando c'era da far salotto a Coverciano. Non si è mai presentato come un predestinato né è andato dai tifosi a promettere il cambio di 2/3 della rosa, ha messo fuori lista chi (Kalinic) per una volta ha fatto il lavativo. Chi non crede al valore e al peso della cultura calcistica, deve riflettere seguendo la traiettoria di Rino Gattuso, partito per esperienze discutibili, dal Sion a Creta dove fu costretto ad anticipare gli stipendi quindi a Pisa dove ha vissuto gli stessi tormenti, prima di sbarcare nel mondo Milan dove si è trovato come pesce nel suo mare. È il terzo allenatore vero proveniente dalla scuola Milan dopo Capello e Ancelotti. Non sarà semplice imitarli. Anzi, al momento, e con davanti due scadenze decisive (l'esame Uefa e il debito con Elliott), si possono solo prevedere montagne da scalare.

Che non spaventano uno che è arrivato da Schiavonea fino a Berlino passando per Manchester e Atene.

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