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Gattuso, l'allievo dispettoso: "Sarri maestro". Da superare

Il metodo Ringhio: esaltare i rivali. L'ha fatto con Wenger, Allegri, Spalletti e Di Francesco. "Reina? Oggi me ne frego"

Gattuso, l'allievo dispettoso: "Sarri maestro". Da superare

nostro inviato a Milanello

Il Milan per alzare l'asticella, il Napoli per mettere pressione alla Juventus e starle per almeno un paio d'ore addosso. Venticinque punti di differenza, eppure mai così vicini nelle ultime stagioni. Perché Gennaro Gattuso viaggia a braccetto con Maurizio Sarri nel girone di ritorno: appena due punti in meno fatti dai rossoneri. Certo il Milan non vince da tre turni, è alle prese con la prima vera crisi della gestione Ringhio. Ma basta poco per cambiare faccia. E giudizi. Vedere quanto successo domenica scorsa: i destini delle due squadre sono cambiati all'ultimo secondo tra il gol di Diawara e la parata di Consigli.

Ma non è una sfida in equilibrio, anche tra tabù e assenze: i rossoneri non hanno mai battuto Sarri in campionato nei sette precedenti; Gattuso non ha Bonucci squalificato, e Romagnoli, infortunato. «Senza i centrali titolari c'è poco da inventare», spiega prima del solito bagno d'umiltà al cospetto di un collega. «Sarri è un maestro», definizione già usata in precedenza per Wenger, Allegri, Di Francesco e Spalletti. Rino prova a dare un senso a questo suo modo di presentarsi all'avversario: «Mio padre da piccolo mi diceva impara l'arte e mettila da parte». E dall'allenatore del Napoli, secondo Gattuso c'è molto da apprendere: «Il palleggio con cui sa sempre dove arrivare, ma anche la fase difensiva contro cui rischi di andare a sbattere». Per ora Gennaro si mette a distanza dal maestro Maurizio, che l'ha già battuto in serie B in un Palermo-Empoli: «In cosa ci somigliamo? Vabbé entrambi a livello di look non siamo il massimo». Lui l'ha studiato per ore e ore («non vedete la mia faccia»), e adesso si presenta all'esame con il più semplice dei dialetti milanesi: «Sperem». Che detto da un calabrese è tutto un programma. Il Milan spera di cambiare faccia perché «dopo due giorni di riposo, ho ritrovato ancora i ragazzi dispiaciuti per il pari con il Sassuolo e ho subito parlato... Siamo vivi», dice Gattuso al gruppo che ha perso l'occasione per restare aggrappato al sogno Champions cullato in un girone di ritorno in cui, a parte la Juve, con chi gli sta davanti non ha mai perso: dalle romane battute al pari con l'Inter. Quindi fare bene con il Napoli darebbe ulteriore consapevolezza che la strada intrapresa è giusta.

La sfida nella sfida sarà anche quella tra Donnarumma e Reina. Il baby che festeggia cento presenze in serie A, mai nessuno c'era riuscito così giovane, e lo spagnolo che la prossima stagione sbarcherà al Milan per prenderne il posto. Gattuso: «Gigio ha l'obbligo di diventare il migliore del mondo. Reina? Penso ai miei».

E a proposito di portieri, continuano a fare rumore le parole di Buffon contro l'arbitro dopo il Real Madrid: «Figuratevi se giudico io...». Però poi dice dell'amico Gigi: «Anche a me si chiudeva la vena, quando e se vorrà chiederà scusa». Implicitamente un giudizio del Gattuso trasformato dal campo alla panchina, che quando il figlio gli fa rivedere i video di lui giocatore «mi imbarazzo». Magari tra qualche anno gli farà vedere una sua grande impresa da tecnico.

Se fosse questo suo primo Milan-Napoli, il titolo sarebbe fin troppo facile: L'allievo supera il maestro.

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