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Gaviria mette la quarta. Ma adesso si sale

Lo sprinter colombiano debuttante da record. Nibali: «Oggi attenti a Dumoulin»

Pier Augusto Stagi

Tortona Se per l'Italia continua il doloroso digiuno, la Colombia prosegue a banchettare felice. Quinta vittoria in 13 tappe, quarta per il 22enne velocista sudamericano Fernando Gaviria.

La Colombia, terra di scalatori, basta citare il grande favorito di questo Giro Cento, Nairo Quintana, da sempre è fucina di grimpeur, per dirla alla francese. Da Lucho Herrera, fino ai vari Rigoberto Uran, Sergio Henao, i fratelli Quintana, Esteban Chaves: una vera potenza su due ruote. Ora si tolgono anche la soddisfazione di avere un Cipollini fatto in casa. Un velocista puro che viene dalla pista e ieri ha dato dimostrazione non solo di forza, ma di abilità assoluta.

Gaviria è al suo primo grande giro di tre settimane. Ha soli 22 anni. Per trovare un prodigio di siffatta statura bisogna andare indietro nel tempo, a Bernard Hinault, che alla Vuelta del 1978 seppe vincere all'esordio e nella stessa edizione cinque tappe. Tra i giovanissimi che sono esplosi stravincendo, c'è anche il nostro Damiano Cunego, al Giro del 2004 (per lui però seconda partecipazione rosa) ma quattro vittorie di tappa e maglia rosa finale.

Tornando a Gaviria e al suo poker possiamo dire che è stato semplicemente un capolavoro. Sbaglia l'ultima curva, perde il treno di Richeze, scivola nelle retrovie, e quando sembra spacciato trova la forza di recuperare: a 100 metri dal traguardo mette nel mirino Ferrari e s'infila nell'unico pertugio rimasto libero superando a velocità doppia tutti coloro che lo precedevano.

Battuti Bennett, Stuyven e il nostro Ferrari. Sfortunato Caleb Ewan che si tocca con Richeze. Lontano Greipel che sembra avere le batterie scariche, e oggi in vista delle montagne, farà le valigie. Fuori dai dieci il bresciano-polacco Jakub Mareczko, nonostante il grande lavoro della sua squadra (la Wilier) per tutta la giornata.

I grandi della classifica hanno già la testa a Oropa, oggi - dopo l'omaggio di Castellania a Fausto Coppi - sarà battaglia. «Chi temo ad Oropa? Occhio a Dumoulin: secondo me la maglia rosa è l'uomo da battere. Anche oggi».

Parola di Vincenzo Nibali.

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