Sport

Genio Taurisano scopritore di talenti fece grande Cantù

Arnaldo Taurisano, maestro di vita, allenatore geniale, milanese, classe 1933, ci ha lasciato nella notte del 7 maggio

Sabato mattina a Polpenazzo del Garda, terra di vino e olio, terra di pace, tormentata dal maltempo di questi giorni, Pierluigi Marzorati e altri diventati uomini e buoni giocatori di basket con la maglia di Cantù, accompagneranno nell'ultimo viaggio Arnaldo Taurisano, maestro di vita, allenatore geniale, milanese ,classe 1933, che ci ha lasciato nella notte del 7 maggio. I suoi libri, stupendi, le sue vittorie, uno scudetto nel 1975, 7 coppe internazionali, la sua storia, iniziata al Pavoniano di fratel Brambilla dove, per la fortuna di tutti, scoprì e valorizzò tanti giocatori, dal Longhi poi cresciuto nel Simmenthal, al filosofo Rovatti, dove diede le basi per una grande storia sportiva e cestistica a Carlo Recalcati, l'ultimo allenatore che ci ha dato un argento olimpico, un milanese di via Giusti che proprio Barba Tau recuperò allo sport, portandoselo a Cantù nel 1965 quando aveva deciso di lasciare per fare il rappresentante. Fortuna per tutti e due.

Il tempo, la vecchiaia, la stupidità di un mondo che lo ha messo nella casa della Gloria per poi dimenticarlo, non ce lo hanno mai fatto abbandonare questo cercatore di funghi e di talenti che insieme a Germana, la sua compagna della vita, aveva fatto diventare famiglia le squadre dove allenava e l'ultima volta ci parlò dall'antro della sibilla Cumana dove andava per cercare di far diventare anche Napoli un vero gruppo.

Ha lavorato bene per il grande basket, è stato geniale nell'inventarsi, insieme ad Emilio Tricerri, il centro minibasket milanese dove sono cresciuti buoni giocatori e dove Valerio Bianchini ha fatto il suo tirocinio. L'onore delle armi glielo ha concesso Dan Peterson, rivale con Bologna e poi con la grande Milano, prima della federazione a cui avrebbe potuto dare tanto. Come diceva Flaiano il Tau, stanco dell'infinitamente piccolo e dell'infinitamente grande, si dedicò all'infinitamente medio, dove sta la virtù, e ci stanno i tanti giocatori che con lui sono diventati uomini, prima che campioni. Ci mancherà la sua arguzia.

Ci mancherà perché è stato davvero grande.

Commenti