Europei 2016

Giak il crac, lode a De Sciglio e Florenzi. Darmian e Bernardeschi che delusioni

Candreva bravo e sfortunato. Zaza e Pellè sciupano tutto a Bordeaux

Giak il crac, lode a De Sciglio e Florenzi. Darmian e Bernardeschi che delusioni

Dal nostro inviato a Montpellier

Le bandierine di Italia e Svizzera campeggiano ancora lungo il Boulevard che porta all'aeroporto di Montpellier e anche al Parco delle Esposizioni, sede di Casa Azzurri che ha chiuso ieri.

La Nazionale di Conte non c'è più ma i luoghi dove il gruppo ha vissuto per 25 giorni portano ancora i segni del passaggio azzurro. Il filo spinato attorno al centro sportivo Gasset e i teloni sul campo 4, quello degli allenamenti blindati, sono ancora presenti. Spariti gli agenti della sorveglianza e gli urli che si sentono da fuori non sono quelli del nostro ct, ma dei ragazzi del Montpellier che si allenano nell'afa. Al Courtyard Marriott compare ancora sulla porta d'ingresso la foto di un gruppo azzurro che si abbraccia dopo un gol (con De Rossi e la sua maglia numero 16 in primo piano). Niente più transenne nè polizia che avevano garantito il soggiorno tranquillo della truppa di Conte, con i tifosi che dopo ogni partita hanno assediato l'hotel sperando di fotografare uno degli azzurri nelle poche ore di libera uscita.

E se tutti i giocatori sono da promuovere per il comportamento in ritiro e durante gli allenamenti (niente a che vedere con quanto capitato a Mangaratiba, in Brasile, nel disastroso ultimo Mondiale), non tutti hanno superato la prova del campo. Pagella insufficiente per il Bernardeschi travolto dalla furia irlandese a Lilla, il Thiago Motta dai piedi buoni ma dalla lentezza che il calcio di oggi non perdona, il Darmian partito male, tormentato dalle insicurezze fino a quel rigore decisivo contro la Germania, l'Immobile che ha battuto il muso contro i duri difensori irlandesi, lo Zaza che ha sciupato tutto con l'assurda rincorsa nel penalty con i tedeschi e il Sirigu che ha fallito l'unica opportunità offertagli da Conte nella gara contro i "verdi". Promossi con lode la difesa della Juve (anche al netto delle lacrime finali di Buffon e Barzagli) e Giaccherini, vero crack di quest'Europeo, voto alto per il ritrovato De Sciglio, l'Eder punta che lavora per gli altri, il Florenzi corridore, il Parolo adattabile a compagni, ruoli e avversari, persino il Pellè "affrancato" dall'ultima cartolina di Bordeaux. Un po' sotto, ma non di molto, lo sfortunato Candreva, pezzo chiave del mosaico Contiano venuto a mancare troppo presto, e lo stoico De Rossi tuttofare che ha sopportato calci e acciacchi. Infine gli appena sufficienti: l'Ogbonna che ha risposto presente nei 90 minuti in cui ha giocato, l'Insigne talento innato per capacità di invenzioni ma che lamenta un certo deficit di fisicità, lo Sturaro generoso ma tecnicamente meno bravo dei compagni di reparto.

Ora che l'avventura azzurra a Montpellier è finita (a proposito dieci a Conte oltre che per il lavoro fatto anche per la scelta di questo luogo, perfetto per preparare la competizione) restano i ricordi di chi ha vissuto gli azzurri da vicino. Come il 16enne Valentin Remy, baby del club di casa scelto insieme ad altri tre compagni della Primavera per fare da sparring partner al gruppo di Conte. "Quando mi hanno detto che dovevo andare a Grammont ad allenarmi con l'Italia ho pensato a uno scherzo, ma nello spogliatoio ho visto subito Chiellini e Barzagli, gente che fino a quel momento avevo ammirato solo in tv - racconta Remy -. Buffon è eccezionale, un grande signore, durante un 10 contro 10 a campo ridotto gli ho fatto anche gol su assist di Immobile, dopo aver dribblato Ogbonna... Ho legato con Thiago Motta, che parla francese come Sirigu, ma tutto il gruppo era fantastico. Certo, quando si faceva il torello mi prendevano un po' in giro...".

L'ultimo ricordo azzurro lo regala Marina Ferreira, francese di chiare origini portoghesi, responsabile commerciale dell'Hotel Courtyard Marriott: "A tutto lo staff hanno regalato magliette e cappellini. Ricordo l' allegria nella sala dove avevamo allestito un tavolo da ping-pong e il calciobalilla o ancora nella sala tv dove gli azzurri hanno seguito le partite dell'Europeo.

Una bella esperienza, auguro tanta fortuna a questi ragazzi".

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