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È giallo sull'incidente di Alonso vento, malore o scossa elettrica?

Il manager: "Macché, colpa di una folata". La McLaren non trova una causa. La voce: queste macchine sono dei generatori

È giallo sull'incidente di Alonso vento, malore o scossa elettrica?

Ci si può ammazzare per un colpo di vento. A quanto pare sì. Nell'epoca dei kers ed ers e di macchine sofisticate ed elettriche zeppe di cavi come navi spaziali può succedere di rischiare la pelle come su un veliero del Seicento: per una folata che ti spinge fra gli scogli.

Fernando Alonso sta bene. Notte in ospedale, a Barcellona. Sta bene, il suo amico Briatore conferma. Cosciente fin da subito, fin dal terribile botto alla curva tre, poco dopo mezzogiorno di ieri. Cosciente dopo aver sbattuto colpendo il muretto con la parte destra della McLaren. Una sterzata improvvisa e incomprensibile per chi l'ha vista. Forza della suggestione di un pubblico inesperto? Macché, il primo e più accreditato testimone dell'incidente si chiama Sebastian Vettel. Dice: «Mi è sembrato un incidente strano... Era davanti a me e andava relativamente piano, credo sui 150 km orari quando ha scartato a destra verso il muro e l'ha urtato un paio di volte. A quel punto l'ho perso di vista».

E allora si apre il giallo. Folata, colpo di vento e però il vento c'era anche per Vettel, che però non ha detto niente. Giallo perché la macchina sembra solo leggermente ammaccata, quasi l'avesse faticosamente e bruscamente parcheggiata. E giallo perché è un attimo, in questi casi, scomodare la parolina magica che in F1 mai si deve pronunciare: malore. Vale per ogni sportivo, vale di più nel motorismo dove si corre veloci e se non si sta bene si diventa pericolosi per sé e gli altri. «Macché malore... vento solo vento» si affretta a ribadire il manager di Fernando, Luis Garcia Abad. «Tutto è accaduto in una situazione normale e smentisco guasti della macchina» aggiunge. «Ha perso grip ed è uscito di pista... Fernando è sempre rimasto cosciente e sta bene, la telemetria della macchina dice che stava girando da sinistra verso destra poi è stato spinto improvvisamente verso bordo pista e c'era molto vento. Un incidente come ne capitano tanti in F1». Non è vero. Pericolo passato, però. L'ambulanza, l'elicottero, l'ospedale, le tac e il riposo. Assoluto riposo. E non è detto ottenga l'ok per i test della prossima settimana.

Intanto nel box McLaren si studiano macchina, telemetria e la luce rossa che ha segnalato più di 15 G di decelerazione. Una soglia considerata dannosa per l'uomo. Fernando è però andato ben oltre: 20, 25 almeno. Quasi un improvviso e violento parcheggio, a dar peso alla testimonianza di Vettel che sostiene andasse «relativamente piano». Ma di guasti e cedimenti che possano spiegare perché uno dei piloti più esperti e precisi della F1 sia partito per la tangente, neppure l'ombra. «Non ce lo spieghiamo» si dicono fra loro i tecnici McLaren, mentre il team principal Eric Boullier prende tempo per quello che sarà poi il comunicato ufficiale pensato e calibrato per non dire molto e prendere, possibilmente, altro tempo. Quello necessario per sentire anche il fotografo presente sul posto, Jordi Vidal, che alla radio «Cadena Ser» ha poi ripetuto tutto: «Ero appostato in curva, l'ho visto arrivare più lentamente del normale, di colpo è uscito di curva andando a muro. Ho notato che non usciva dalla macchina e questa non è una cosa normale. Sono arrivati i mezzi di soccorso, ma lui non è uscito. Poi i medici a dargli colpi sul casco, niente, lui non reagiva. Quindi l'ambulanza. Ma per 10 minuti Fernando non si è mosso. Credo non abbia perso il controllo della macchina... È successo qualcosa di poco comune».

Dunque il giallo resta tutto. Anzi, s'intensifica. Non un malore perché lo dice il manager, non un cedimento meccanico perché in McLaren non ne trovano. A voler accantonare la storia del vento eccone spuntare un'altra: quella della scossa elettrica. Queste macchine sono immensi accumulatori di energia, i meccanici ci armeggiano indossando guanti schermati (dopo alcune scosse subite all'epoca dei primi kers). Che ci sia stato qualche guasto? La Honda non aveva appena portato un motogeneratore cinetico MGU-K dopo la rottura d'inizio test sulla macchina di Button? È giallo. E i giapponesi della Honda non c'entrano.

O forse sì.

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