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Giani: "Abbiamo un grande potenziale. Milano se la giocherà con le quattro big"

L'ex azzurro coach della Powervolley: «Dipende da quanto riusciremo a migliorarci». Perugia, Civitanova, Trento e Modena sono avvisate

Giani: "Abbiamo un grande potenziale. Milano se la giocherà con le quattro big"

L'esperienza c'è, la voglia di emergere anche. Manca solo la piena consapevolezza nei propri mezzi, da trasmettere con la sagacia di chi è stato un campione in campo e fuori. Andrea Giani è pronto a trascinare la Powervolley Milano il più in alto possibile; nessuno vuole parlare di scudetto, ma il progetto del presidente Lucio Fusaro è ambizioso: «E comunque sarà un campionato duro per tutti - ammette coach Giani, al secondo anno sulla panchina di Milano - si parla di Perugia, Civitanova, Trento e Modena, ma sotto queste ci sono almeno sei squadre molto attrezzate; il bello di questa stagione è che non ci saranno partite facili». In questo gruppo di sei possibili outsider s'inserisce prepotentemente anche Milano: «Possiamo giocarcela - l'ammissione di Giani - tutto dipenderà da quanto riusciremo a migliorarci».

Una mentalità vincente («sbagliato puntare più in basso che in alto, devi giocare sempre per vincere») ma anche la consapevolezza di non dover e voler essere la stella: «L'allenatore è una figura centrale per la gestione del gruppo, però non deve diventare il protagonista - l'ammenda di Giani - in campo ci vanno i giocatori. E questo è un grave problema che riscontro anche nei miei colleghi, che pensano più ad apparire che a lavorare».

Ma come si fa a trasmettere la mentalità vincente? «Cercando di far capire ai giocatori che hanno potenziale e che devono assumersi le proprie responsabilità quando giocano. E che devono divenire dei leader. In partita l'allenatore può far poco, sono le soluzioni che trovano i giocatori che ti fanno vincere. E devi essere bravo a fare in modo che osino in gara». Facile a dirsi, più complesso da trasmettere come idea: «Personalmente sono contento di aver incrociato sulla mia strada Giangio in questo momento - gli fa eco Matteo Piano, centrale della Powervolley che si sta lentamente riprendendo da un'operazione al tendine d'Achille - in tutto il mio percorso non mi sentivo fortissimo, mentre oggi mi sento un attaccante completo. Se te lo senti lo fai, cambia proprio l'approccio di come entri in campo. Come sto fisicamente? Meglio del previsto, ma sabato non sarò in campo».

Esordio sul parquet di Ravenna (ore 18), mentre la prima casalinga (a Busto Arsizio) sarà contro Padova il 21 ottobre: «Il nostro pacchetto schiacciatori oggi può essere di prima fascia - precisa ancora Giani - Nimir Abdel-Aziz ha fatto la stagione che abbiamo visto, Clevenot arriva da un infortunio lungo e deve ritrovare la forma, a Maar non manca tanto per essere un atleta top. E poi i centrali, l'inserimento di Kozamernik ci permetterà ancora di crescere».

Giani ci crede, tanto che in estate ha rifiutato la chiamata di una piazza prestigiosa come Modena: «Sono contento di essere rimasto - conclude - certo, rispetto a Modena qui servirà più tempo per creare una squadra di spessore, ma quello che ho chiesto a Fusaro è stato chiaro: Se mi consideri l'allenatore più bravo del mondo, dammi gli strumenti tecnici per fare il mio lavoro». Il presidente ha parlato di scudetto, Giani pensa ad un obiettivo minimo stagionale più alla portata: «Possiamo andare a giocare alla pari con una delle quattro squadre di vertice - conclude - Servirà tempo, perché bisogna far crescere la leadership che manca nei giocatori. Ma il potenziale c'è ed è enorme».

Milano sogna, la sfida è lanciata; con, sullo sfondo, i playoff da giocare magari nel nuovo Palalido di Piazza Stuparich.

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