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Giovane, ingenua e... CR7. Le tre anime della Signora

La bella prova dei criticati Bentancur e Rugani, il poco smaliziato Douglas Costa e re Cristiano

Giovane, ingenua e... CR7. Le tre anime della Signora

Davide Pisoni

nostro inviato ad Amsterdam

La notte della Cruijff Arena non è soltanto Cristiano Ronaldo, l'uomo che ha festeggiato con una testata l'anniversario dei dodici anni dal primo gol segnato in Champions League alla Roma. È stata la notte del re, ma anche dei giovani. Quelli che non ti aspetti, quindi non quelli dell'Ajax. Daniele Rugani e Rodrigo Bentancur. Il difensore che gioca sulle uova, più critiche che partite giocate; l'uruguaiano che si stava perdendo, che gioca mezza stagione. Discorsi in ordine sparso, a cui i due bianconeri hanno dato una risposta diventando grandi di colpo. Gli abbiamo riempito la testa con de Ligt e de Jong, ma non sono stati da meno. La conferenza della vigilia di Rugani era stata surreale, con quello scetticismo latente. Tutti a rimpiangere le assenze di Chiellini ed Emre Can. Invece hanno fatto il salto di qualità.

E la carica l'ha suonata Federico Bernardeschi: «Ci vuole un po' più di coraggio in Italia nel buttare dentro i giovani». Parole da veterano, in realtà di un ventiquattrenne che calcisticamente parlando è considerato giovane solo alle nostre latitudini. Emblema di quell'eterna gioventù in perenne attesa di un'occasione. Il vento sta cambiando, l'operazione Nazionale di Roberto Mancini potrebbe essere una rivoluzione culturale. Massimiliano Allegri che tratta la materia con sapienza va ripetendo che «se sono buoni giocano, ma bisogna farli crescere passo dopo passo». A costo di accettare gli alti e bassi come nel caso di Cancelo.

Troppo spesso si aspettano le cause di forza maggiore. Leggasi infortuni. Una costante nella primavera bianconera, e non solo. I cigolii dei muscoli sono continui. Alla Cruijff Arena, Leonardo Bonucci nel riscaldamento ha rischiato di fermarsi per un pizzico ai muscoli. Bonucci ha poi giocato 90', ma ieri girava voce di un controllo. Matuidi, invece, ad Amsterdam si è chiamato fuori per un crampo al polpaccio. In un quarto di finale di Champions! Il francese ci sarà al ritorno, il recupero di Chiellini è ancora da tripla, come dice Allegri. Comunque non tutti i mali vengono per nuocere perché i giovani hanno dimostrato di essere pronti.

Quando tratti l'argomento spesso se ne fa una questione di esperienza e malizia. Quella mancata a Douglas Costa, quando sull'entrata di de Jong è rimasto in piedi al posto di cadere e provocare l'espulsione dell'olandese. Allegri e Capello in un siparietto si sono trovati d'accordo. Don Fabio: «Doveva lasciare la gamba lì... hai ragione». La sentenza di Max: «Le vittorie passano anche attraverso queste cose. Tutti puliti non si gioca a calcio». Cose che tutti sanno e fanno, a ogni latitudine e in ogni categoria. Ma nell'Italia puritana non si devono dire, pena la solita sollevazione social e non solo. Benito Lorenzi raccontava girando negli oratori come si liberava degli avversari schiacciandogli un piede o tenendogli la maglia. Chiamatela come volete, ma continuate a raccontarla ai giovani. Anche così si diventa grandi.

E non solo nelle notti Champions.

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