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Giovanni Galli: "Io, due coppe Campioni e... Renzi"

"Col Milan le più grandi emozioni, nella corsa a sindaco di Firenze portai Matteo ai rigori"

Giovanni Galli: "Io, due coppe Campioni e... Renzi"

Firenze - Domani questo ragazzone dall'aria sempre giovane passa sotto lo striscione dei 60 anni, almeno la meta' passati tra i pali. Giovanni Galli portierone del Milan di Sacchi, toscano di Pisa, ma dal 72 fiorentino di adozione e col cuore viola. La sua e' stata una vita di trionfi e dolori incancellabili. La perdita del figlio Niccolo' ha dato alla luce una fondazione che da 16 anni trasforma la tragedia in aiuto. Giovanni numero uno in tutto.

Galli come ci si sente a quota 60?

«Con un po' di acciacchi e con il bilancio di anni bellissimi e anche molto difficili».

La vita le ha dato tanto in campo, ma fuori le ha tolto con gli interessi. Niccolò è volato in cielo nel 2001.

«Io mio reputo un uomo fortunato. Da piccolo mi buttavo in terra e sognavo di diventare un portiere. Ce l'ho fatta con una famiglia meravigliosa alle spalle. Niccolò è sempre tra noi: l'ho perso che avevo 40 anni, mentre mio babbo mi ha lasciato quando ero diciannovenne. Tutto sempre troppo presto...».

Non solo calcio: nel 2009 fu candidato sindaco per il centrodestra a Firenze contro l'astro nascente Matteo Renzi. Lei lo portò al ballottaggio...

«Fu una esperienza fantastica sul piano morale. Alla fine quei 70mila voti furono il riconoscimento della mia citta' per l'uomo. Mandai Renzi ai rigori...ma non riuscii a pararli».

La foto della carriera?

«Lo scudetto col Milan perche' fu la mia prima vera vittoria. Ricordo il ritorno da Como con 90mila tifosi ad attenderci. Avevo gia' vinto il Mondiale in Spagna, ma io piu' che il terzo portiere mi consideravo il primo tifoso».

Lei resta uno dei pochi calciatori italiani ad aver vinto i Mondiali con la Nazionale e con un club.

«In verita' la cosa di cui vado piu' orgoglioso e' il primato che divido con Giuliano Sarti, scomparso un anno fa: siamo gli unici due portieri italiani ad aver conquistato due Coppe dei Campioni».

Nella Fiorentina ha giocato 5 anni nel vivaio e 9 in serie A, ma non ha vinto nulla. Resta questo il piu' grande rammarico?

«Si, e' cosi: siamo andati vicini un paio di volte, senza ottenere pero' il risultato. Mi sono rifatto da dirigente contribuendo dopo il fallimento del 2002 a riportare la Fiorentina in A in due anni».

Parliamo dei suoi compagni: Maradona, Careca, Gullit, Van Basten, Baresi, Maldini, Passarella, Antognoni, Bertoni...

«Potrei continuare con Francescoli, Tardelli, Rossi, Bruno Conti e tanti altri. Sono stato un privilegiato a giocare al fianco di questi calciatori pazzeschi».

Chi vince lo scudetto?

«Tifo Napoli: sono stato lì tre anni e so cosa potrebbero provare».

La parata piu' bella?

La piu' decisiva e' stata a Belgrado in coppa dei Campioni: neutralizzai due rigori alla Stella Rossa e da li' comincio' la lunga cavalcata verso la vittoria. Mentre a Firenze all'esordio da titolare in casa, nel 77-78, contro la Lazio feci un doppio intervento su Bruno Giordano.

Ancora oggi mi chiedo come ho fatto.

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