Giro d'Italia

Al Giro dei panzer è una questione di quattro secondi

Dopo le volate di Kittel, quella di Greipel a Benevento. La caduta nel finale apre un buco: per le regole distacco da neutralizzare, non per la giuria. E Valverde guadagna 4'' su Nibali e gli altri big

Al Giro dei panzer è una questione di quattro secondi

Ma cosa sono 4 secondi? Niente, una bazzecola. Un battito d’ali. Un dettaglio che nell’economia di un Giro d’Italia, alla fine, quando si affronteranno le grandi montagne come il Colle dell’Agnello, nemmeno ci ricorderemo. Forse. Sì, perché anche i secondi hanno il loro peso e la loro importanza. Diciamo pure il loro perché. Provate a dire a Tista Baronchelli che i secondi non contano nulla e vedrete cosa vi dirà, lui che perse per l’inezia di 12” un Giro d’Italia a beneficio di Mercxk. E il povero Fignon che si vide sfilare sotto il naso da Lemond un Tour de France proprio all’ultima tappa sui Campi Elisi per soli 8”? Insomma, quattro secondi sono davvero pochi, ma come dice Nibali, possono essere anche molti.

Ieri, sul traguardo di Benevento, dove l’altro tedesco, André Greipel, si è finalmente tolto la soddisfazione di mettersi tutti alle spalle con forza dirompente, pari a quella mostrata dal suo giovane connazionale Marcel Kittel, che ieri alla volata nemmeno ci è arrivato, è successo qualcosa di cui vale la pena parlare. Prima della volata, a circa un chilometro dallo striscione d’arrivo, una caduta stravolge la volata. Cade l’estone Rein Taaramae, e il gruppo si rompe. Ne approfitta lesto come un gatto il murciano Alejandro Valverde, che arriva con il tempo di Greipel, Demare e Colbrelli. A 4” tutti gli altri uomini di classifica, dalla maglia rosa Tom Dumoulin, al nostro Nibali, passando per Landa e Chaves. Insomma, contrariamente a quanto si possa pensare, la giuria decide di non applicare la neutralizzazione, che prevede in caso di caduta negli ultimi 3 km, di attribuire a tutti i malcapitati il tempo del vincitore.

Ieri, a Benevento, la decisione è stata diversa. Così, di questi 4” si è parlato per ore, e probabilmente se ne parlerà ancora questa mattina, prima del via della tappa che porterà la carovana a Roccaraso, primo arrivo in quota di questo Giro. «Francamente è una decisione che rispetto ma non capisco – dice Beppe Martinelli, tecnico di Nibali all’Astana -. È vero, 4” non sono la morte di nessuno, ma è una questione di principio. Ma è meglio che io non dica altro». Qualcosa di più dice Vincenzo Nibali, che ai microfoni di Premium Sport dice: «Io non mi ero nemmeno accorto che si fosse creato un buco. Secondo me non c’era assolutamente. Eravamo tutti in fila indiana, ma di buchi non mi sembra di averne visti assolutamente. In ogni caso quaNdo si verifica una caduta negli ultimi 3 km, il tempo è per tutti quello del vincitore. Questo è almeno quello che recita il regolamento ».

Sale la tensione, da oggi comincia a salire anche la strada: si va a Roccaraso, primo arrivo in quota di questo 99° Giro d’Italia. Le

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